Koulibaly è uno degli argomenti più roventi del calcio mercato estivo. Il valore tecnico di Koulibaly e le squadre coinvolte infiammano l’attenzione dei tifosi ad ogni mossa. Il complicato puzzle di calciomercato scatena un vortice di emozioni e sentimenti contrastanti. E’ inevitabile quando in gioco ci sono elementi tecnici, economici e sentimentali.
Nel tardo pomeriggio di ieri la cessione di Koulibaly sembrava pronto ad indossare la casacca bianconera, la più invisa ai tifosi del Napoli sprofondati in un mood di rabbia e scoramento come un marito tradito dalla moglie che immaginava fedelissima. Stamani il colpo di scena: De Laurentiis rilancia e prova a blindare Koulibaly il cui futuro torna ad esser azzurro (leggi di più).
La giostra continuerà a girare ancora per molti giorni. E l’epilogo della vicenda Koulibaly è sconosciuto persino ai protagonisti. Con il mercato aperto può succedere tutto ed il contrario di tutto nel volgere di pochi minuti. Quel che sembra certo adesso , stasera sarà polvere. Quel che appare impossibile a mezzogiorno si concretizza entro la sera. Vale per Koulibaly, vale per Dibala, vale per Ronaldo e per qualsiasi altro leader vero o presunto del calcio contemporaneo.
Tutto normale, tutto già visto. Eppure i tifosi continuano a fibrillare ed a mutar d’animo ad ogni minima oscillazione di calcio mercato, un gioco tremendamente serio che diventa ancora più divertente ed avvincente del campionato vero e proprio. In questo frullatore emergono tre ingredienti principali: il valore tecnico dell’atleta, le condizioni economiche generali e specifiche, il sentimento del calciatore e dei tifosi. Quanto pesano questi tre fattori nell’esito di ogni trattativa? Io sono convinto che il sessantacinque per cento dipenda dal fattore economico, il trenta per cento dal valore tecnico tattico dell’atleta anche in relazione all’esperienza agonistica ed all’età anagrafica. Solo il cinque per cento è questione di cuore. Certo gli atleti baciano le maglie e tessono cuoricini nell’aria. Ma di fronte alla moneta ogni emotività lascia il posto al pragmatismo del conto in banca.
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Le bandiere sono finite con Totti. Calciatori che baciano la maglia, promettono amore eterno e il giorno dopo indossano un’altra maglia è ormai all’ordine del giorno. Prediligo un Ibrahimovic che ha sempre detto che avrebbe amato la squadra che lo avrebbe pagato di più….viva la sincerità!