Erano anni che non andavo a un concerto potendo viverlo e assistervi senza dover riprenderlo tutto. Mi è servito molto. Mi sono divertito, ho goduto della musica e mi sono accorto dello sfruttamento a cui è sottoposto il pubblico.
Per la prima volta non ho fatto interviste ai fans. Infatti ho percepito un senso di malessere che offuscava l’emozione di rivedere dopo tanto tempo di Duran Duran o il ritorno dei Bluvertigo.
Già prima di andare avevo letto di malumori, ragazze che volevano prenotare ma gli hotel di Lido Di Camaiore contattati vendevano solo il pacchetto weekend e avevano inglobato il giovedì 23 giugno nel weekend. In pratica dovevi pagare per 4 giorni per dormire il giovedì. Salvo poi dire che potevano chiamare l’ultimo giorno che, se erano rimaste camere invendute, le avrebbero date anche solo per il giovedì.
A questo si è aggiunto il fatto che Lido Di Camaiore, tra Viareggio e Forte dei Marmi, è zona da ricchi, peraltro non facilmente raggiungibile se non hai l’auto. Inoltre, una volta arrivati alla stazione di Viareggio bisognava prendere un taxi perché, anche alla fine dei concerti, non erano previsti bus navetta per portare il pubblico alla stazione.
Tralasciando le mie vicissitudini personali (pass che erano solo accrediti, lasciato fuori al sole perché solo alle 17 potevano darmeli, la manager dei Duran Duran che da New York spiegava agli organizzatori che mi occorreva un pass foto, etc.) mi sono subito imbattuto in alcune anomalie. Al pubblico veniva impedito di portare dentro anche una bottiglietta d’acqua, a meno che non fosse tolto il tappo (?!?). Chiaro che era obbligatorio acquistarla all’interno, come tutto il cibo. E qui mi sono imbattuto negli UPO (Unidentified Plastic Objects – piccoli oggetti di plastica non identificati) dal nome Token. Per comprare qualsiasi cosa dovevi avere i Token. Quindi, se volevi una bottiglietta d’acqua (2€) dovevi comprare minimo 5 Token che costavano 10€. Attenzione, era il costo di un panino. Però, se alla fine ti rimanevano dei Token, non potevi ridarli e riavere in cambio i soldi. Quindi eri costretto a “spendere” tutti i pezzetti di plastica.
La mia amica Elisabetta Franchi di New York, che era con me con la figlia Charlotte e Michele Micheletti di Co-Scienza, mi ha detto, da esperta fan dei Duran Duran, che il segreto ai concerti è di non bere altrimenti devi andare a fare la pipì e perdi il posto nelle prime file. A Lido Di Camaiore mi hanno detto che non conveniva proprio andare nei pochi bagni: erano sporchi e mancava anche la carta igienica.
In quello che ha scritto questa ragazza (oggi signora) c’è tutto:
“Ho comprato il pacchetto per la serata dei Duran Duran “scontato”. Avevo chiesto se potevo prendere un solo biglietto, e mi hanno detto che no, non si poteva.
Pacchetto che comprendeva: una giornata in spiaggia, una notte in hotel 3 stelle, ingresso al concerto, settore Garden, dove promettevano posto esclusivo, con bagno, e sdraio. Costo 278 €
E invece: l’hotel a 3 stelle era in realtà pessimo, che a mala pena ne merita una e mezza, con aria condizionata che veniva gestita dal gestore dell’hotel, e del 1980, che quando veniva accesa non potevi stare sdraiata sul letto perché veniva sparata addosso ed era impossibile sopportarla.
Il settore Garden era solo da una parte del palco, e per altro non sotto John Taylor, dove tutte le duraniane ambiscono a stare.
Dalla parte di John era prato normale e costava anche meno. Alla fine potevo risparmiare.
Ed infine un audio pessimo.
Insomma, un festival, anzi una sagra di paese, più che un festival.”
In pratica tra viaggio, hotel, biglietto, trasporti e cibo ogni persona doveva spendere intorno ai 500 €. Ecco perché in tanti non sono venuti.
Visto che questo Festival si chiamava “La Prima Estate” e si svolgeva in un luogo bellissimo, il parco dove c’era il tendone della mitica Bussola Domani, ecco un consiglio che mi permetto di dare a Comune ed Organizzatori: se volete fare “La Seconda Estate” l’anno prossimo e così via negli anni, basta una piccola formula: RISPETTO PER IL PUBBLICO.
OK, tiriamo lo sciacquone, facciamo defluire queste negatività e godiamoci il bello della giornata.
I concerti sono stati aperti da Corasan feat. Niccolò Cessanelli con musica anni ’80. Poi da Londra sono arrivati gli Easy Life. Bravi anche loro. Quindi sul palco sono saliti i BLUVERTIGO che mancavano dalle scene da tanto, troppo tempo. Assistendo alla loro performance mi sono reso conto ulteriormente quanto sia un peccato che questo gruppo non esista più, se non in occasioni sporadiche e saltuarie. All’originale formazione (Morgan, Andy, Livio e Sergio) si è unito Megahertz.
Morgan sperava di incontrare i Duran Duran, suoi idoli di sempre, ma non è stato possibile. I gruppi stranieri che sono in tour mondiale vivono blindati. C’è il terrore che anche solo un componente si prenda quell’influenza a cui hanno dato un nome, perché sarebbero costretti a cancellare date e sarebbe un disastro economico. Inoltre nessuna compagnia assicura per rischio influenza. Quando Mick Jagger l’ha presa, i Rolling Stones hanno cancellato un concerto. Il terrore diffuso di questa influenza è giustificato, visto che Mick Jagger, ormai ottantenne, una settimana dopo saltava come un grillo sul palco di Milano? Comunque questa spada di Damocle c’è su tutti i gruppi.
I Duran Duran, soprattutto Nick Rhodes, volevano incontrarmi ma ho risposto al responsabile del tour e a Wendy, la manager che mi scriveva da New York, che non era necessario. Poi invece mi hanno prelevato e mi sono trovato nel backstage dove un loro security ha tolto una specie di cotton fioc da una busta sigillata e mi ha pregato di infilarlo nel naso. Ancora più in profondità, fino a quando non ho starnutito infastidito. Poi l’ha preso, l’ha imbevuto in un liquido che ha messo su un pezzetto di plastica. Mi ha fatto sedere, dicendomi di aspettare. Dopo un po’ è tornato ed era felice che fosse comparsa solo una riga. Così al walkie talkie ha detto che ero sano e hanno permesso a Nick di venire ad incontrarmi. Nel video vedi la brevissima conversazione che abbiamo avuto. Io ero imbarazzato perché tutta questa operazione stava facendo ritardare il concerto dei Duran. Quindi, dopo poco già di due minuti l’ho salutato.
A questo punto l’esplosione della musica, dei colori e delle luci. Il concerto è iniziato con ”Wild Boys” e, dopo i primi brani che ho ripreso sotto al palco, sono tornato alla terrazza che stava sopra il mixer audio, dove c’erano i miei amici, incluse Petra Magoni e la figlia, ormai una star, Frida Bollani Magoni. Con loro anche Feysal Bonciani, il Giuda di “Jesus Christ Superstar”. Poi è arrivato Morgan, che si è esaltato a vivere il concerto cantando tutte le canzoni dei Duran Duran.
Concerto spettacolare dove, ai successi, si sono fuse perfettamente le canzoni del nuovo album “Future Past”.
Nel video puoi godere di questa felicità che non potevo non documentare.
Scrivo giusto due righe per far presente che non trovo corrispondenza tra quanto dichiarato in questo articolo e quanto avvenuto, soprattutto in merito all’organizzazione e al suono. Certamente, l’organizzazione si può migliorare, ma i disagi descritti nell’articolo sono espressi in maniera molto esagerata ed enfatizzata, probabilmente perché la persona che ha scritto era in malafede. Chi ha prenotato per tempo ha pagato un prezzo adeguato, sia di alloggio che di biglietto. Non ci si può aspettare di andare in Versilia e di organizzarsi all’ultimo minuto. Non è vero che erano disponibili solo i pacchetti, molti di noi hanno pagato il bisglietto singolo e il concerto si vedeva e sentiva bene da ambo i lati, anche grazie ai maxi schermi (che non sono previsti in tutti i festival, a dirla tutta). Il suono era buono, a parte io Bluvertigo, ma quello non dipende dall’acustica, piuttosto da altri problemi. I fonici hanno fatto un buon lavoro e chi afferma il contrario, o non ci capisce di musica o è in malafede. I token esistono in tutti i festival, a fine serata quelli non spesi possono essere restituiti. Gli spazi erano adeguati, la fila centrale e tutti gli accorgimenti adottati sono previsti dalla normativa vigente che regola le misure di sicurezza previste per gli spettacoli dal vivo. Grazie a Dio Di. e Gi. sono riusciti a portare la band, i Duran Duran, in Italia, nonostante l’affluenza non sia stata adeguata ai costi sostenuti. Ma è chiaro che non tutti sono riusciti a venire a Camaiore, per via di impegni lavorativi e/o di famiglia. Comprensibile, ma non giustificabile poi l’atteggiamento di denigrare un concerto e l’organizzazione per non essere stati presenti (e mi rivolgo a chi, pur non essendo venuto, si permette di criticare ferocemente). La maggiorparte delle persone che si è recata al festival ha dato un feedback positivo, qualcuno magari ha avuto disagi (il caldo? le file? tutto nella norma, è estate e ai festival si fanno le file). Chi commenta sputando veleno, probabilmente o non sa come funzionino i festival, oppure è chiaramente in malafede. Detto ciò, tutta la polemica sul tampone e il virus si poteva evitare. Si è persa una occasione per tacere e per fare bella figura. Dispiace
Come al solito, ci si lamenta ma si va.
Questo concerto andava boicottato. Io l’ho fatto, perché la situazione era chiara fin da subito: posto inadeguato, servizi inesistenti e richiesta di soldi extra per qualsiasi cosa. Che si fottessero.
Finche gli italiani non lo capiranno, gli eventi seri li faranno solo all’estero. Sveglia, capre!
Buonasera
Scrivo due righe per dire che
Non credo che i Duran Duran abbiano bisogno di un festival organizzato così e poi non capisco perché non si diano spazi adeguati…
A Lisbona era tutta un’altra storia festival strepitoso con 70.mila persone che hanno potuto assistere alla grande e non per solo eletti che per un concerto dovevano pagare un pacchetto vacanze….ma smettiamola…