Non era facile creare un’altra storia accattivante e originale dopo il successo della prima stagione, ma Only Murders in the Building 2 trova il coraggio di farlo. Reinventarsi è la parola d’ordine, senza risultare troppo ovvi e lasciarsi andare ai cliché.
Così il nuovo ciclo di episodi (ne abbiamo visti sei in anteprima) riparte dal fantastico trio composto da Charles, Oliver e Mabel, come possibile indiziato dell’omicidio di Bunny, l’amministratrice del palazzo che a quanto pare non tutti sopportavano. La storia parte quindi dall’indagine poliziesca, ma c’è molto altro dietro a ciò. Ad animare le vicende arrivano tre nuovi personaggi, già annunciati, che apparentemente non sembravano avere nessun legame con Bunny.
Shirley MacLaine appare in un unico episodio in una parte tutta da ridere; Amy Schumer interpreta una versione fittizia di sé stessa: esageratamente insopportabile, un po’ egocentrica, che vuole qualcosa da Oliver; e poi c’è Cara Delevingne nei panni dell’eccentrica e misteriosa artista Alice, la quale stringe un legame sentimentale con Mabel. Charles non ha mai dimenticato Jane: ci prova, ma non sa gestire i propri sentimenti.
Only Murders in the Building 2 non abbandona la sua formula vincente, ossia l’alchimia tra i suoi tre protagonisti. Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez si sono trovati a loro agio nella prima stagione in un modo sorprendentemente; l’idea di mescolare vecchie e nuove generazioni ha funzionato perché i tre si completano a vicenda. La passione per il true crime c’è ancora, ma ciascuno cerca di disintossicarsi, e ciò finisce per rompere qualcosa nella loro dinamica (e perlomeno anima le vicende).
Il sottile umorismo che ha caratterizzato la prima stagione della mystery comedy c’è ancora, ma in forma lieve. Si predilige un intreccio più armonioso, senza troppe complicazioni, che scava nel profondo dei personaggi e nel loro passato. L’arte imita l’arte e diventa parte di essa: il podcast di Charles, Oliver e Mabel li ha resi famosi, ma allo stesso tempo si sentono intrappolati. Per scrollarsi di dosso questa fastidiosa fama, i tre provano di tutto: Charles si rimette in gioco nella recitazione, Mabel intraprende un percorso per scoprire chi è realmente, e Oliver… Lui è il solito Oliver.
Only Murders in the Building 2 reinventa se stessa con coraggio: si prende qualche rischio, ma almeno finora i primi sei episodi tengono il ritmo. E il finale del sesto lascia a bocca aperta.