Quasi un terzo del territorio italiano rischia di diventare deserto. E’ quanto emerge dal webinar dell’Ispra (l’istituto di ricerca del Ministero della Transizione ecologica) in cui si è discusso della Giornata mondiale per la lotta a desertificazione e siccità del 17 giugno. Per desertificazione si intende la perdita totale di produttività di un territorio. Ad oggi sono circa 500 milioni le persone che vivono in aree desertiche.
L’allarme desertificazione riguarda il 28% del suolo nazionale. Le aree più a rischio sono quelle dell’Italia meridionale, ma anche alcune zone di Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. La causa è da ricondurre alle condizioni climatiche che, con la perdita degli habitat, l’erosione del suolo e la frammentazione del territorio, rendono determinate aree più vulnerabili al fenomeno della desertificazione.
All’interno dell’Unione Europea le nazioni più interessate dalla desertificazione sono quelle che affacciano sul Mediterraneo: Spagna, Portogallo, Italia, Grecia, Croazia, Cipro e Malta, oltre a Romania, Ungheria e Slovenia.
A livello mondiale, invece, secondo uno studio del Global Land Outlook, le aree alterate dalla mano umana rappresentano il 70% della superficie non ghiacciata, quota che in proiezione 2050 può raggiungere il 90%. La conseguenza delle azioni dell’uomo influisce in modo determinante sulla vita di circa 3,2 miliardi di persone.