Wilfried Gnonto era, prima del fischio iniziale di Italia-Germania, un giovane calciatore sconosciuto. Dopo una trafila nelle giovanili dell’Inter, Gnonto (classe 2003) e nelle Nazionali Under ha deciso di andare a giocare in Svizzera per tentare di fare il salto di qualità.
Nel torneo elvetico Roberto Mancini, che sta giustamente setacciando le nuove leve del calcio italiano per rifondare la Nazionale, è andato a ripescarlo per proporlo durante la Nations League. Il debutto in azzurro di Wilfried Gnonto in azzurro è stato confortante. Un assist ed una buona prestazione complessiva al cospetto della pur sempre temibile formazione teutonica seppur in una gara dalla modesta importanza tecnica.
Il calcio italiano vive un momento drammatico a livello internazionale dopo le due eliminazioni consecutive dai Mondiali ed i due tornei in SudAfrica e Brasile conclusi prima ancora di cominciare a fare sul serio. E’ comprensibile la voglia di scoprire nuovi talenti. Ma esaltare Gnonto presentandolo come il nuovo Messi o Ronaldo mi sembra un’esagerazione. Ed anche il paragone con Balotelli non credo sia il massimo del buon auspicio per Gnonto. Sic transit gloria mundi. Il latinista Gnonto , ha frequentato qualche classe del Liceo Classico, lo sa bene quanto il successo sia effimero e fugace.
Gnonto nelle dichiarazioni dimostra di aver la testa sulle spalle, si gode il momento di gloria, ma sa bene quanto lunga sia la salita (leggi di più). Ma intorno a Gnonto è già partita una sarabanda mediatica e politica davvero incomprensibile. L’Italia del politicamente corretto ha già trovato un nuovo paladino da esaltare a prescindere da quello che combina sul terreno di gioco.
Si forza la narrazione delle vicende sportive di Gnonto al punto di descrivere come coraggiosa la scelta di andare a giocare in Svizzera uno dei paesi più ricchi e civili del mondo con un campionato di mediocre valore tecnico. Ogni scelta nella vita richiede coraggio, certo, ma quello di Gnonto non è che sia un azzardo temerario.
Credo che Gnonto abbia il diritto di giocarsi le sue opportunità in una sana competizione senza esasperazioni ideologiche a discapito del suo valore di atleta. Saranno il tempo e le prestazioni vere (la Nations League è un’amichevole estiva) a dirci quale sia la caratura di Gnonto.
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Bhe mi ricorda qualcosa: è come quando dopo 10 partite di campionato buone, scrivete che il Napoli vince lo scudetto
Ottima scelta da parte del ct, che deve necessariamente trovare una quadra in giocatori giovani che hanno voglia di mettersi in mostra. Giovani promettenti altrove vengono impiegati da subito in competizioni importanti, senza il timore di “bruciare” un probabile talento. È ora che anche l’Italia inizi a guardare questa idea come a una soluzione e non come ad un impedimento.
I calciatori bravi hanno sempre fatto gli esordi anche a 17/18 anni, i bravissimi a 16, ci sono tanti calciatori bravi dalla serie D a salire, che li ributtiamo nell’anonimato. Prendiamo dall’estero centinaia di giocatori stranieri, chi di loro poi diventa veramente una stella? Detto questo, dopo essere usciti dal Mondiale contro la Macedonia e perso 3/0 contro l’Argentina, ma cosa possiamo rischiare? Inoltre, vedi i calciatori che con la scusa dell’infortunio, lasciano la Nazionale, altro dato preoccupante, ma lasciamoli a fare le riserve nelle loro squadre.