Decine di canzoni da ascoltare, duecento milioni di appassionati che ogni anno restano incollati alla televisione, performance inconfondibili o dimenticabili e – talvolta – ai limiti dell’assurdo: l’Eurovision Song Contest è la più grande manifestazione musicale al mondo e spesso è in grado di raccontare il Vecchio Continente meglio di un convegno di sociologia. Si possono comprendere l’Europa, le sue radici e le sue tensioni attraverso i Måneskin, gli Abba, Olivia Newton-John, Toto Cutugno, Cliff Richard, Céline Dion o Conchita Wurst? Il libro “Capire l’Eurovision – Tra Musica e Geopolitica” di Giacomo Natali racconta la colossale kermesse musicale tra canzoni censurate, sfide musicali tra nazioni in conflitto e influenze di alleanze reciproche.
Arricchito da una bella prefazione di Marta Cagnola di Radio 24 de Il Sole 24 Ore, il volume pubblicato da Vololibero Edizioni permette al lettore di prepararsi adeguatamente alla sfida dell’Eurovision: una sera all’anno, il pubblico affronta lo tsunami di collegamenti in diretta e le interminabili sessioni di voto di una cinquantina di Paesi, proprio come accadrà sabato 14 maggio nella finale torinese dell’edizione-2022, condotta da Laura Pausini, Mika e Alessandro Cattelan.
Nel corso dei decenni, molti Paesi hanno adottato l’Eurovision come palcoscenico ideale per far pesare il proprio soft power, riposizionandosi nel salotto europeo: i Paesi scandinavi, poi quelli balcanici post-dissoluzione jugoslava, l’area post-sovietica. Emerge persino una disciplina, l’Eurovisiopsephology, che analizza i flussi di voto tra Paesi in gara.
Autore e analista di comunicazione e geopolitica, Natali studia gli aspetti culturali e simbolici dei conflitti internazionali, collaborando, tra gli altri, con l’Istituto Treccani e l’Università degli Studi di Ferrara: la sua profonda preparazione musicale gli permette di osservare lʼEurovision da una postazione privilegiata e il suo volume si ‘immerge’ nell’Eurovision Song Contest raccontandone le sorti partendo dagli anni Cinquanta, decennio in cui la manifestazione ha preso forma.