Un veloce excursus degli ultimi mesi, poi il grido liberatorio: “Per fortuna Casanova è andato bene”, così Red Canzian a Verissimo sintetizza quella brutta esperienza con la malattia che lo ha costretto al ricovero in una dura lotta tra la paura di non farcela ammorbidita, cosa importante, dall’affetto della famiglia, degli amici e dei fan.
Oggi Red Canzian, ex bassista dei Pooh, è un uomo resiliente e racconta con fierezza quella vittoria in una guerra contro il suo corpo. Pochi mesi fa l’artista trevigiano ha accusato i primi sintomi di ciò che credeva fosse “un normalissimo Covid”, dove il “normalissimo” è d’obbligo dal momento che la pandemia ha subito una battuta d’arresto grazie al vaccino e alla prevenzione. Si trattava, invece, di una brutta infezione che lo ha portato a subire un intervento importante.
Per lui non era la prima volta in cui subiva un intervento, e lo racconta con ironia: “Una volta precedente era solo un fatto idraulico, questa volta no”. L’effetto dell’infezione aveva un che di psichedelico: “Vedevo i fiori nelle pareti. Non ho mai assunto droghe ma l’effetto credo sia quello”. Canzian, infatti, racconta con terrore il fatto di aver perso il controllo. “Non ragionavo”, dice, e nel frattempo riusciva a pensare al suo amico Stefano D’Orazio.
“Questa volta ho rischiato la vita”, ammette Red Canzian a Verissimo, e proprio alla vita è dedicato quel singolo pubblicato insieme a Ermal Meta dal titolo La Notte è Un’Alba. Dopo due mesi di ricovero, con i primi 15 giorni di buio totale e altrettanto totale assenza di risposte, Red Canzian è tornato a casa.
Una fibra forte, quella di Red Canzian, che gli stessi medici hanno riconosciuto dopo il lungo ricovero: “Mi chiamavano Highlander”, e probabilmente lui stesso si sente un supereroe. Senza il supereroe, chi nel frattempo faceva le prove per il suo Casanova si sentiva smarrito: ha vinto, poi, la forza, e tutti hanno dato il massimo come se guidati da una forza che muoveva i fili per loro.