Il BARONE LAMBERTO WE HAVE A DREAM 8 3
Il Barone Lamberto Premiato Circo Volante del Barone Rosso 21 3
Il BARONE LAMBERTO è uno dei personaggi più strani che io abbia mai conosciuto. Geniale e bizzarro. L’ho scoperto perché ha caricato video sul mio canale Telegram Sir Red Ronnie. Mi sono collegato con lui durante una diretta WE HAVE A DREAM dove, oltre ai suoi divertenti e seri racconti, abbiamo visto vari suoi videoclip. Uno diverso dall’altro, anche come atmosfere musicali.
Inevitabile chiamarlo ad esibirsi dal vivo al Premiato Circo Volante del Barone Rosso, dove, accompagnato da Riccardo Bufalini alla batteria e Beniamino Picchi al basso, ha eseguito: “Giostrai”, Prima”, “Barcellona”, Favola nera” e due sue interpretazioni di “Me cago en el amor” di Tonino Carotone e “Via di qua” di Paolo Conte.
Da vedere assolutamente i suoi concerti dove, come nel caso di “Favola nera” si traveste anche da Cappuccetto Rosso.
Ecco la sua bio, incredibilmente lunga e piena di cose fatte:
Kheyre Yusuf Abukar Issak conosciuto anche come “Walamaghe” o come il più recente “Barone Lamberto” è un cantautore attivo nel panorama Modenese da molto tempo.
Di madre italiana e padre somalo vive l’infanzia a San Cesario sul Panaro, un piccolo paese tra Modena e Bologna, nella decade tra il 1982 e il 1992 quando ancora l’Italia non era multietnica come oggi. Alla ricerca di un identità incontra la musica intorno agli 11 anni
e, con la tipica fame che contraddistingue la provincia, comincia a farsi notare come musicista e autore di canzoni.
Suona il piano e canta. Le prime “cassette” le incide tra i 12 e i 13 anni e diventa chiaro da subito che la musica non é solo un hobby passeggero ma una vera e propria vocazione che lo accompa- gnerà per molto tempo.
Tra la scuola media e le superiori scopre il grunge, il rock e la musica delle band da garage. Si forma sul significato di suonare con gli altri dimostrando una fortissima indole alla direzione musi- cale.
In questo periodo fa le prime esperienze in studi professionali e realizza qualche album ancora acerbo. La vera svolta arriva quando assiste ad un concerto di Vinicio Capossela: viene folgorato dalla bellezza dei testi, dall’intensità delle canzoni, dalla preparazione dei musicisti e dallo spetta- colo sul palcoscenico. Abbandona, dunque, il rock e sceglie la strada del cantautorato intorno ai 20 anni.
Comincia a studiare jazz, un genere che identifica come la tela perfetta per dipingere le proprie storie. Frequenta diversi corsi e seminari come quello di Siena Jazz e nel frattempo mette in piedi una formazione, “Kheyre i musicanti di Brema”, con una fortissima connotazione Caposseliana. Con questa band incide 2 album (“concerto di rane” e “c’era e non cera”) e si rivela quella che é senza dubbio una delle sue doti principali, quella di essere un “animale da palcoscenico”.
Da qui in poi i concerti si spostano sempre più fuori dalle cerchie ristrette della provincia fino ad arrivare ad Arezzo Wave e ottenere le prime proposte da etichette discografiche.
Vince il premio Samigo Live del M.E.I. ma la voglia di sperimentare lo porta presto ad abbandona- re i musicanti di Brema per tentare altre strade ed altre sonorità.
Cambia diverse formazioni nel corso degli anni ed entra in contatto con professionisti sempre più di frequente: da Luca Rossi degli Ustmamò con cui registra ed arrangia alcuni brani a Little Paul Venturi, con cui condivide la passione per il blues delle origini, mantenendo costante la ricerca di un sound personale che non lo vincoli ai confini di un genere così come il più importante fra i suoi maestri virtuali, Beck Hansen in arte BECK.
Nel 2009 il nome di Kheyre arriva alle orecchie di Stefano “Cisco” Bellotti, ex cantante dei Modena City Ramblers, che lo vuole come pianista per il suo tour. Questa é la prima vera esperienza pro- fessionale e gli da modo di toccare con mano quelle realtà che fino a quel momento aveva solo immaginato. Il tour di Cisco copre in effetti tutta l’Italia, la Sardegna toccando anche la Germania e l’Ungheria. Ne esce addirittura un doppio album Cisco dal Vivo volume 1 & 2.
Ma anche durante il tour, Kheyre, non smette di dedicarsi ai suoi brani originali e nel 2010 abban- dona la band di Cisco per fondare i Rashomon con Matteo Fiorini alla batteria e Simone Galassi alla chitarra.
Il sound é sporco, grezzo. Una sorta di blues simile a quello dei primi Black Keys con una voce e delle liriche in stile Teatro degli Orrori. La band ottiene risultati incredibili in pochissimo tempo, vin- ce il Premio Daoilo, Rock Targato Italia e arriva semifinalista a Musicultura 2011. Realizza un primo album dal titolo “andrà tutto bene” sotto etichetta Lo Scafandro. Accompagnato dalla promozione dell’ufficio stampa Lunatik, “andrà tutto bene”, ottiene ottime recensioni dalle più importanti testate giornalistiche del settore come Rockerilla, Blow-Up, Rumore e l’Internazionale.
Al momento é in cantiere il secondo lavoro di studio dei Rashomon.
Sempre durante il 2011 Kheyre inizia a gettare le basi per quello che in seguito diventerà “Wala- maghe”. Torna alla canzone d’autore e lo fa collaborando con l’amica cantautrice Grazia Cinquetti.
Insieme mettono in piedi uno spettacolo di teatro/musica che fonde i rispettivi progetti: “La città nel- l’anima”.
Qui riallaccia i contatti con una precedente conoscenza, Beniamino “Benji” Picchi, noto bassista del panorama reggiano (mosche di velluto grigio, Cecco, Grazia Cinquetti etc) al tempo già colla- boratore dei Rashomon e insieme danno vita a Walamaghe.
Il nome viene ripreso da quello di un avo di Kheyre.
Nella tradizione Somala di fatto non esistono cognomi, il nome del padre diventa il cognome del figlio ed ogni nome si somma al precedente formando una catena piuttosto lunga. Nel caso speci- fico di questa famiglia l’ultimo nome conosciuto é appunto Walamaghe.
Tra il 2014 e il 2015 sono state prodotte 14 tracce, il risultato di un lavoro quasi esclusivamente “home made” che ha visto Kheyre diventare produttore a tutti i livelli del proprio materiale.
Un progetto che sposa le sonorità elettroniche contemporanee con la tradizione del cantautorato più classico.
Il primo lavoro di Walamaghe sarà un EP dal titolo “come i pesci” e verrà promosso dall’ufficio stampa Sfera Cubica.
Inoltre nel 2015 Kheyre ha realizzato un album Hip Hop intitolato “Da Crulez” come obbiettivo fina- le di un laboratorio Rap che ha coinvolto ragazzi tra i 16 e i 18 anni alla loro primissima esperienza musicale e che Kheyre ha tenuto presso la Cooperativa Sociale Aliante per cui tuttora lavora come educatore.
Nel 2016 Kheyre decide di tornare al suo primo amore ovvero la canzone d’autore e lo fa ispiran- dosi alle produzioni di Tom Waits e Vinicio Capossela, due nomi che hanno caratterizzato in diversi modi tutte le fasi della sua produzione musicale.
Barone Lamberto é il progetto che meglio riassume il discorso portato avanti da Kheyre, i suoni sono grezzi ma le melodie delicate, le metriche sono quelle del rap che incontra suggestioni più popolari, un riassunto di tutte le esperienze musicali vissute fino ad ora.
Barone Lamberto esce “in sordina” con un primo lavoro tra il 2016 e il 2017 dal titolo “io e i bimbi sperduti”. In poco meno di un anno vince il Festival Internazionale Bascherdeis di Vernasca, ottie- ne numerosi consensi, si esibisce in una serie di date nel sud italia compresa una partecipazione speciale allo Sponz Fest di Vinicio Capossela.
Alle soglie del 2018 il Barone è pronto per una nuova avventura musicale in cui il rap diventa ancor più dominante nelle produzioni.
Ad aprile 2018 esce il video del brano “Giostrai” che ottiene molti consensi sia in termini di critica che di pubblico. Seguono le uscite di singoli con video come “Una Favola Nera”, “Dal Barcone” e “La Motorizzazione”.
“Barcellona”, in particolare, è un brano che entra in una serie di Playlist su Spotify a carattere Indie e permette al Barone di aumentare considerevolmente la sua fan base. Il Barone è stato selezio- nato ed ha partecipato al contest Deejay On Stage 2018 sul prestigioso palco di Radio Deejay a Riccione.
Ha aperto i concerti di artisti importanti come Vallanzaska, Punkreas, Speaker Cenzou, Willie Peyote, Ghemon e Tedua sostenuto da Ottotipi Booking & Agency di Parma e dalla partenopea BUH! Concerti.
Ad agosto 2019 il Barone partecipa al Festival Balla coi Cinghiali insieme ad artisti come Shandon, Dutch Nazari e Fast Animals And Slow Kids.
Lo stesso anno esce anche il primo album dal titolo “Prima”, un disco totalmente autoprodotto, arrangiato e registrato da Kheyre.
Ad Aprile 2020, durante il lockdown, esce “volumeuno”.
Questo nuovo lavoro discografico è il primo di quattro EP tematici che usciranno nel corso dell’an- no. Già dal titolo, “volumeuno”, si evince la volontà di intraprendere un percorso
chiaro, quasi fosse una serie televisiva o una saga cinematografica.
Gli album hanno tutti una cifra stilistica differente l’uno dall’altro e affrontano le varie sfaccettature della produzione artistica del Barone Lamberto aka Kheyre Yusuf Abukar Issak, cantautore italo/somalo modenese.
In “volumeuno” la cassa dritta la fa da padrone fondendosi con sonorità elettropop, rock e trap.
In questo album si esplora l’attitudine più energica e tagliente che caratterizza soprattutto i concerti del Barone. I testi sono talvolta ironici, grotteschi come nel caso di “iX”, talvolta pungenti come in “NAH!” o ancora di carattere sociopolitico come in “Giochi di Mano”.
In “volumedue”, uscito a luglio 2020, le ispirazioni sono prevalentemente Rap/Trap ma sempre ibridate con una vena cantautorale ironica ed autoironica. Un Ep che non si prende troppo sul se- rio ma che contemporaneamente esplora le sonorità del genere con un occhio attento e critico.
Segue un altro Ep dal titolo “Sì” che consta di soli due brani ed è la celebrazione di un momento molto importante nella vita del cantautore ovvero il suo matrimonio. Kheyre infatti si sposa a set- tembre del 2020 con la sua compagna di vita, attrice e regista teatrale, Francesca Iacoviello.
Al momento la carriera del Barone sta accusando una battuta d’arresto a causa dell’emergenza sanitaria ma Kheyre non smette di lavorare a nuovo materiale e nuovi live per il 2022.