Da quel giorno Michael Jackson non sarà più lo stesso. Il 18 aprile 1984 allo Shrine Auditorium di Los Angeles sono in corso le riprese del nuovo spot della Pepsi di cui lui, l’artista più famoso e talentuoso del mondo, sta facendo da testimonial. Fino a quel mondo l’azienda ha usato il volto di Bill Cosby, ma il magnate Jay Coleman vuole puntare più in alto e trovare una formula che si avvicini più ai giovani e convinca il pubblico che il suo prodotto sia una valida alternativa alla Coca Cola.
Chi è, nel 1984, il nome più seguito al mondo dalle nuove generazioni? Michael Jackson è perfetto: popstar, ballerino, successi mondiali e quel recente record – ancora imbattuto – delle vendite di Thriller (1982). I dirigenti mettono insieme tutti i pezzi più forti: la popstar, un concerto, i giovani e il prodotto da spingere sul mercato. Si decide, quindi, di simulare un concerto in cui Jackson canta di fronte al suo pubblico – vengono ingaggiate circa 3mila persone – la sua hit più amata, Billie Jean, con la band formata dai suoi fratelli.
Al sesto take del girato qualcosa va storto: un guasto agli effetti pirotecnici colpisce Michael con una fiammata che raggiunge i suoi capelli e parte della sua giacca. I fratelli intervengono subito per soccorrerlo. Jackson riesce comunque a sorridere, ma la diagnosi è seria: ustione di terzo grado che arriva fino al cranio. La star di Rock With You dovrà sottoporsi a numerosi interventi di chirurgia plastica ricostruttiva.
Da quel momento inizia il rapporto belligerante e ossessivo tra Michael Jackson e il dolore, e il suo legame con gli antidolorifici. Tuttavia, Jackson deciderà di non denunciare l’azienda che comunque gli corrisponderà un milione e mezzo di dollari che la popstar donerà al centro grandi ustionati in cui è stato ricoverato.