La zuppa di cozze a Napoli è un’istituzione il Giovedì Santo, ma vi siete mai chiesti il perché? La tradizione trae origine da Ferdinando I di Borbone, che, ghiotto delle pietanze a base di pesce, era solito consumarne in grandi quantità, chiedendo alla sua servitù di preparare quello da lui stesso pescato nelle acque di Posillipo. Un giorno, Ferdinando I domandò che gli venisse preparato un piatto di cozze pregiate, battezzato poi ‘Cozzeche dint’a Cannola‘.
Ci pensò il frate Gregorio Maria Rocco a richiamarlo all’ordine, facendogli promette che, almeno durante la Settimana Santa, non avrebbe consumato pasti troppo elaborati. Fu così che il re chiese la preparazione di una zuppa di cozze più modesta, fatta solo di cozze, pomodoro e olio piccante di peperone. La ricetta tanto umile trovò presto diffusione anche presso il popolino, fino a comparire sulle tavole a Napoli nel giorno del Giovedì Santo (tradizione che persiste ancora oggi e motivo per il quale stiamo scrivendo adesso). Oggi nel capoluogo campano e nelle zone limitrofe la zuppa di cozze viene preparata tutto l’anno: ne esistono numerose versioni, tutte da leccarsi i baffi, sebbene quella tradizionale non debba presentarsi con ingredienti diversi da cozze, salsa di pomodori pelati, aglio, olio piccante (definito in gergo dialettale ‘il rosso’) e friselle.
La zuppa di cozze il Giovedì Santo non mancherà sulle tavole dei napoletani veraci, anche se tutta la Settimana Santa, a dire il vero, è piena di tradizioni culinarie altrettanto secolari: come nel caso della pastiera, che viene generalmente preparata il Venerdì Santo, giornata dedicata al digiuno o comunque a pasti leggeri; il sabato, invece, si impasta e cuoce il casatiello, ovvero un rustico fatto con formaggi, salumi, strutto (grasso di maiale) e cinque uova crude infornate insieme al ruoto della suddetta torta rustica.