“È successo veramente?”, ci chiediamo dopo aver visto il video di Al Settimo Piano di Maggiore. Lo scenario è ciò che tristemente abbiamo conosciuto in questi ultimi anni di angoscia e frustrazione: una dimensione quasi distopica, con un condominio che diventa ora un palcoscenico e ora un cuore pulsante. Elementi, questi, che nel video fanno da cornice a un concerto.
Al Settimo Piano di Maggiore
Protagonista del video di Al Settimo Piano di Maggiore è la normalità, quella che dal 2020 ha acquisito un significato nuovo e che oggi viene riproposta tra i fotogrammi che accompagnano il singolo. Una normalità che non si riferisce soltanto al contesto storico: ciò che ognuno vive non sempre si vede dall’esterno, e lo dimostrano gli appartamenti del condominio in cui si consumano le vere storie delle persone che ogni giorno combattono per i loro sogni infranti.
C’è un concerto. Alice, Vincenzo e Camillo si ritrovano dopo tanta distanza e suoneranno per il loro pubblico. Tra loro scorre il vino di un’enoteca, si consumano sorrisi e volano le vibrazioni delle note. Eppure c’è qualcosa di onirico e impalpabile, tanto da far pensare che tutto potrebbe essere un sogno ad occhi aperti o soltanto una proiezione.
Il “settimo piano” del titolo è il settimo cielo di questa storia, quel luogo in cui è incastonata la felicità che ognuno vorrebbe raggiungere. Con questa poesia di parole e immagini, Al Settimo Piano di Maggiore racconta il mondo che ognuno di noi nasconde.
Chi è Maggiore
Vincenzo Maggiore è un cantautore che negli anni ha aperto i concerti di molti pezzi da 90 della scena italiana, da Daniele Silvestri a Samuele Bersani. Dopo l’esperienza con la band Prove A Distanza ha iniziato la sua carriera solista. Il suo nuovo album è Armatura E Sentimento (2022), la quarta esperienza discografica. Il testo di Al Settimo Piano è stato scritto da Vincenzo Maggiore e Alice Clarini, la musica è opera di Vincenzo Maggiore.
Testo
Al primo piano c’è Priscilla, la sua acqua di colonia
Profumo maschile per sentirsi vicina alla pelle di un uomo
un contratto d’affitto in nero da sempre
una corteccia di belle speranze
E una carriera finita ancora prima di cominciareAl secondo c’è Ferrari, il suo abito da sera
A chi saluta dice che fino l’anno prima faceva le scale tre alla volta
Poi i novanta si son fatti sentire di colpo
Ora aspetta un disco volante in cortile
Con in mano un biglietto di non ritornoSono solo luci accese dentro a un po’ di cemento
non è niente di interessante
Non voltarti a guardare e se senti un rumore
è soltanto un lamento distanteAl terzo piano c’è zia Italia, signorina sottovoce
Brividi di freddo, cognome regale, acciacchi e testardaggine
Televisione accesa la sera
Per sognare una vita senza medicine
E addormentarsi sempre poco prima della fineAl quarto piano l’avvocato, al quinto le sue scuse
Un trasloco veloce di pezzi d’anima lasciati ad asciugare al sole
Se gli chiedi se ha mai temuto l’inferno
Risponde che il suo processo deve ancora arrivare
Se sarà bravo lo fa rinviare in eternoSono solo luci accese dentro a un po’ di cemento
non è niente di interessante
Non voltarti a guardare e se senti un rumore
è soltanto un lamento distante
Sono solo vite appese ad un po’ di cemento
solo sogni contro l’asfalto
Se ti sbrighi a passare
non lo senti nemmeno lo schiantoAl sesto piano c’è il silenzio, il riflesso di un errore
Serratura blindata che trema all’arrivo dell’ascensore
La discesa a Natale per guardare il Presepe
Le bestemmie con il cero in mano
Sperando in una porta aperta al settimo piano