Delusione, ma fino a un certo punto, per Paolo Sorrentino agli Oscar 2022, che non riesce a centrare la statuetta per il miglior film internazionale con È Stata La Mano Di Dio. Il regista napoletano era riuscito per la seconda volta nella sua carriera a entrare nella prestigiosa cinquina, dopo la vittoria ottenuta nel 2014 con l’opera simbolo della sua carriera, La Grande Bellezza. Stavolta la magia non s’è ripetuta, sebbene il racconto fortemente autobiografico avesse intrigato e commosso persino giurati di enorme peso come Robert De Niro, che ha anche scritto un endorsement del film, nel quale ritrova uno spaccato umano in cui si riconosce (“Napoli mi ricorda la New York italo-americana che amo“).
Nemmeno un apprezzamento del genere è bastato, e alla fine, rispettando il pronostico, agli Oscar 2022 ha vinto il favorito della vigilia, che era Drive My Car. Quello scritto e diretto dal regista giapponese Ryûsuke Hamaguchi nei mesi s’era affermato, dopo la sua partecipazione al festival di Cannes, come il film d’autore dell’anno, con la sua sapiente mistura narrativa tra Murakami (autore del racconto da cui è tratta la sceneggiatura) e Čechov, una storia intrisa di commozione trattenuta e malinconia, una di quelle rare opere che sembrano restituire la verità della vita, con la sua bellezza e mestizia.
Drive My Car aveva vinto i principali premi di avvicinamento alla notte degli Oscar, ossia Golden Globes, Bafta, Critics’ Choice Awards, Independent Spirit Awards. Ed era giunto a Los Angeles forte di ben quattro pesantissime candidature, miglior film, migliore regia, sceneggiatura non originale e ovviamente film internazionale, che dei quattro era il premio decisamente blindato. E così è stato.

Per Paolo Sorrentino, che si è presentato al red carpet della cerimonia indossando un nastro blu con la scritta “Sono con i rifugiati ucraini”, questa seconda avventura agli Oscar 2022 va comunque salutata come un successo, in una carriera che ormai ha un profilo globale, come ha testimoniato la doppia serie di The Young Pope e The New Pope di produzione internazionale, tr Sky, Hbo e Canal+ e l’annunciato progetto americano/italiano di Mob Girl, con Jennifer Lawrence protagonista. Oltretutto, È Stata La Mano Di Dio consegna l’immagine di un Sorrentino diverso, meno assillato da certi preziosismi stilistici che talvolta cadevano nel formalismo, un autore più maturo, capace finalmente di trovare la complessità non nei barocchismi, ma in una sorprendente semplicità. Il film pensato sotto l’ala protettiva di Diego Armando Maradona potrebbe essere il primo di un nuovo percorso.