Con la musica di Stevie Wonder bandita dalle stazioni radio del Sud Africa un altro tassello si aggiunge a quella terribile storia dell’apartheid, che terminerà soltanto qualche anno più tardi ponendo fine a ogni discriminazione tra i bianchi e i neri. Politicamente, almeno. La colpa di Stevie non è essere nero, ma aver dedicato la vittoria dell’Oscar a Nelson Mandela.
Il 26 marzo 1985 la South African Broadcasting Corporation, di proprietà del governo, annuncia che la musica di Stevie Wonder non verrà più trasmessa sulle emittenti nazionali. Il cantautore, infatti, mentre riceve il premio Oscar nella categoria Migliore Canzone con il brano I Just Called To Say I Love You per il film The Woman In Red, dedica quella conquista a Nelson Mandela:
“Un prigioniero nero in Sud Africa, che sostiene una politica di governo della minoranza bianca chiamata apartheid“.
Niente più Stevie Wonder, niente più I Just Called To Say I Love You e quindi nemmeno quel featuring con Paul McCartney in Ebony And Ivory passerà per le emittenti sudafricane. Un brano che, come tutti sappiamo, lancia un messaggio di speranza in un futuro in cui bianchi e neri potranno convivere in pace senza farsi più la guerra e senza discriminazioni.
Un portavoce della South African Broadcasting Union tenta di correggere il tiro e spiega al Washington Post che la messa al bando della musica di Stevie Wonder non è dovuto alle sue affermazioni su Nelson Mandela. Hein Jordaan, questo il suo nome, spiega che l’artista ha manifestato il suo sostegno all’African National Congress che vuole rovesciare l’apartheid con la guerriglia. Per questo la rete governativa non può accettare che la musica di Stevie Wonder venga trasmessa in Sudafrica.
Il giorno dopo il Los Angeles Times riporta la replica del cantautore: “Se il mio ban significa che le persone saranno libere, banditemi mega volte”.