C’è tutta l’essenza degli Alice In Chains, nei migliori riff di Jerry Cantrell. Capace di intuizioni che spaziano dal metal più classico al grunge più digrignato e masochista, Cantrell ha sulle spalle un progetto certamente non facile da tenere in piedi dopo la morte di Layne Staley. Ci è riuscito, tuttavia, senza snaturare una band che ha segnato per sempre la scena degli anni ’90 e che ancora oggi fa scuola.
We Die Young (1990)
We Die Young è la classica partenza col botto. La band, tra corsi e ricorsi, si è messa in piedi e come primo singolo sputa fuori questo pezzo assolutamente heavy, ma già forte dell’interpretazione viscerale di Staley. Il riff di Cantrell, assolutamente, è uno dei più massicci della carriera della band.
- ALICE IN CHAINS
- R&P INTERNACIONAL
Man In The Box (1990)
L’unisono tra la voce di Layne e il riff di Jerry bastano per rendere iconico questo grande classico degli Alice In Chains, uno dei momenti più alti della band dal primo album Facelift.
Rain When I Die (1992)
Con Rain When I Die Jerry Cantrell dimostra tutto il suo genio nell’impiego del wah. Dopo aver lasciato spazio a Mike Starr, Cantrell interviene con un riff che stravolge tutto.
Dirt (1993)
Arabeggiante, lento e minaccioso: in queste parole troviamo la descrizione di questo riff onirico, che introduce la bellezza di Dirt e si colloca tra le pietre miliari del rock alternativo di tutte le epoche. Come in Man In The Box, Dirt si compone essenzialmente in un dialogo tra Cantrell e Staley, che insieme compongono la sinusoide che regge tutto il brano.
Them Bones (1993)
Tra i migliori riff di Jerry Cantrell non può certo mancare Them Bones, quasi heavy quanto We Die Young e potente quanto basta da essere una garanzia per headbangers incalliti.