L’arrivo di Simone Ashley in Bridgerton 2 come co-protagonista al fianco di Jonathan Bailey segna un altro passo avanti nel segno dell’inclusività per il period drama che ha fatto del color-blind casting (la selezione di interpreti per un determinato ruolo a prescindere dall’etnia e dal colore della pelle) la sua cifra distintiva già dalla prima stagione.
Simone Ashley in Bridgerton 2 interpreta Kate Sharma, una giovane donna intelligente e testarda, figlia di una famiglia di nobili di origine indiana, che entra in conflitto con Anthony Bridgerton per poi maturare un interesse sentimentale per lui (qui il trailer della nuova stagione, in arrivo il 25 marzo). A soli 26 anni, dopo il diploma alla Arts Educational School di Londra, l’attrice conquista così il suo primo ruolo tv da protagonista, dopo essere apparsa in diversi spettacoli e film britannici come Broadchurch, Doctors e Kill Ben Lyk. Il suo debutto televisivo è avvenuto nel 2016, quando ha interpretato Zuhra nel dramma soprannaturale Wolfblood, un’acclamata serie per adolescenti che ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel Regno Unito. La maggior parte del pubblico la ricorderà come Olivia Hanan in Sex Education, altro successo di Netflix.
Simone Ashley in Bridgerton 2 si distinguerà come co-protagonista e non è scontato per un’attrice di origini indiane in una produzione americana o europea: è accaduto con la star di Bollywood Priyanka Chopra quando è diventata la protagonista di Quantico o con Maitreyi Ramakrishnan alla guida del cast di Non Ho Mai… di Netflix, ma si tratta di casi ancora isolati, quantomeno in ruoli da protagoniste. Parlando con Glamour Magazine che le ha dedicato la copertina, Simone Ashley ha condiviso la sua esperienza di interpretare un ruolo nella Reggenza dell’Inghilterra, così come le sfide che ha incontrato nell’entrare nel suo costume di scena, visto che per indossare un corsetto stretto in vita ha dovuto mangiare pochissimo onde evitare di sentirsi male. Ma l’importanza di Simone Ashley in Bridgerton 2 attiene alla scelta rivoluzionaria della serie, quella di approntare un cast multietnico per l’interpretazione di un’elite aristocratica che chiaramente, all’epoca, era perlopiù bianca.
Per Simone Ashley in Bridgerton 2 questa è una vera rivoluzione: un approccio estremamente inclusivo in termini di rappresentatività è una conquista, perché per la prima volta, spiega a Glamour Magazine, l’attrice si vede rappresentata in un period drama in un ruolo che tradizionalmente è appannaggio di soli interpreti caucasici.
Non guardavo molto i drammi in costume perché mi sentivo come se non potessi relazionarmi con loro, forse perché non riuscivo a vedermi all’interno di uno. E poi è arrivata Bridgerton. Mi sono sempre vista per la mia personalità e non per il colore della mia pelle. La rappresentazione conta, e sì, c’è una minoranza che ha bisogno di essere rappresentata di più, e ne sono molto consapevole… Tutti dovrebbero essere visti. Io penso che possiamo relazionarci tutti gli uni con gli altri in qualche modo. Ma voglio essere vista come un’attrice che ha talento e un cervello, semplicemente non importa il mio aspetto.
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