Robert Plant ricorda John Bonham, e sappiamo che non smette mai di farlo. Riportiamo alla memoria quel momento in cui l’ex voce dei Led Zeppelin, nel 2019, si è fatta immortalare di fronte alla tomba di Bonzo – questo il nome d’arte del compianto batterista – in occasione del compleanno dell’amico scomparso. Insieme iniziarono il fortunato percorso che esplose con la nascita dei Led Zeppelin, una band alla quale dobbiamo la maggior parte della scena rock contemporanea e di cui oggi Plant si dice “orgoglioso”.
Una stima, quella di Robert Plant per se stesso, che talvolta viene meno. “Quei tre ragazzi erano impressionanti”, ha detto in un’intervista di due anni fa, definendo se stesso “un cantante per matrimoni”. Oggi lo ritroviamo con rinnovate riflessioni. Robert Plant ha sfogliato l’album dei ricordi in un’intervista rilasciata per il format Desert Island Discs della BBC. Punti focali del suo intervento sono, inevitabilmente, i Led Zeppelin e John Bonham.
Plant ricorda l’imbarazzo che provò quando lui e Bonham incontrarono il chitarrista Jimmy Page e il bassista John Paul Jones. Robert li ricorda “di gran lunga più maturi e piuttosto ferrati in tutti i diversi elementi della melodia e della costruzione musicale”, motivi che lo scoraggiarono a primo impatto, ma che diventarono un punto di forza con le prime prove. I New Yardbirds – primo nome della band – iniziarono a provare in uno scantinato, e Plant racconta che già si sentiva quanto fossero proiettati verso il mondo.
C’era Bonzo, poi, che oggi è uno dei batteristi più importanti e rivoluzionari del rock. Di lui si parla per le sue gesta musicali e per le sue dipendenze, ma poco si dice sul suo lato umano. Lo dice Robert Plant, che in Bonzo trovò un amico sincero quella volta in cui morì suo figlio Karac nel 1977. L’empatia di Bonzo fu così grande che Plant faticò ad ascoltate i vecchi dischi dopo la morte del batterista.
“Per giorni e per settimane non mi sono mai azzardato ad ascoltare il passato. Poi una volta, all’improvviso, mi sono ritrovato inchiodato ad ascoltare un brano di cui ero in parte responsabile. Sono completamente fuori di me per l’orgoglio di aver potuto fatto parte di quell’enorme esplosivo mentale che era la creatività del gruppo”.