Sarebbe più opportuno parlare di contributi, quando si cerca di stilare un elenco dei migliori riff di Brian Jones. Lui, la perla nera dei Rolling Stones, ha ancora oggi il merito di aver colorato i più grandi successi dei primi anni della band britannica con strumentazioni e intuizioni fin troppo eterogenee per il rock-blues che negli anni ’60 ha infiammato l’Europa del nord. Il suo estro e le sue sfumature si distinguono dal muro artistico di Keith Richards e Mick Jagger, con apporti dal sapore esotico che lo hanno reso uno dei più grandi esempi del genio musicale.
I Wanna Be Your Man (1964)
Sì, sappiamo che I Wanna Be Your Man è farina del sacco di John Lennon e Paul McCartney. In quel tempo gli Stones chiesero ai Beatles di consegnare loro quel brano destinato inizialmente alla voce di Ringo Starr. Jones prese lo slide e aggiunse al tiro rock’n’roll del brano quel pinzimonio folk che impreziosì non poco il brano.
Little Red Rooster (1964)
Abbiamo un genio quando questi innova: ciò fece Brian Jones con lo slide continuo su Little Red Rooster, un blues in pieno canone che, dopo la sua uscita, portò i chitarristi di tutto il mondo a inserire lo slide nelle loro canzoni.
Paint It Black (1966)
Dietro l’apporto melodico di Brian Jones nel classicone Paint It Black c’è George Harrison con le sue suggestioni orientali. Jones, infatti, seguì la linea melodica di Mick Jagger con il sitar, regalando al brano quel sapore esotico che oggi lo rende una pietra miliare del rock.
- Audio CD – Audiobook
- 08/22/2006 (Publication Date) - Universal Music (Publisher)
Ruby Tuesday (1967)
In Ruby Tuesday Jones dimostrò le sue abilità da polistrumentista: suoi furono gli apporti di pianoforte e flauto, atterraggi dolci su una ballata immensa.
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No Expectations (1968)
Tra i migliori riff di Brian Jones non può mancare No Expectations, un ultimo slancio di passione del chitarrista comparso con il suo slide su chitarra acustica.