C’è una sostanziale differenza, tra i tempi di Fall Out dei Police e tutto ciò che avverrà dopo. Lo dirà lo stesso Sting in più occasioni, raccontando di quella volta in cui la band, in volo durante una delle tappe di un tour, rovesciò sul pavimento del velivolo una borsa piena di soldi. “Non avevamo mai visto niente del genere”, dirà Sting. Ai tempi di Fall Out, però, è diverso: i Police sono tre sbarbi, e Andy Summers non è ancora entrato in scena. Al suo posto c’è Henry Padovani e il clima in studio è molto teso.
C’è di più: ai Pathway Studios i Police si presentano con 150 sterline prese in prestito da Paul Mulligan per una prima sessione di registrazione che durerà dalle 13 alle 21 del 12 febbraio 1977. Fall Out è stata composta interamente dal batterista Stewart Copeland, che per l’occasione ha anche imbracciato la sua Gibson per registrare le tracce di chitarra. E Padovani? Henry registrerà solo l’assolo, scelta che cozza un po’ forte contro l’ondata punk che specialmente in quell’anno ha investito il Regno Unito, ma i Police sapranno farsi amare proprio per quell’attitudine controcorrente.
Fall Out dei Police ha sì un animo punk, ma la voce di Sting traccia i confini: i Police sono già coloro che spalancano gli orizzonti del rock’n’roll con una spruzzata di tante influenze. Lo stesso Copeland, autore del brano, parla di “riluttanza nel seguire gli stili dei miei coetanei”. In quel giorno, del resto, i Police non sanno che stanno per registrare una delle tante perle rare per i loro fan: l’unica traccia – o una delle poche – in cui la band suona insieme a Henry Padovani.
Oggi Fall Out è l’archetipo che ci aiuta a capire i Police sin dall’inizio, il pulsante Start che ci mostra quanto fossero chiare le idee della band dalla prima sessione di registrazione.