Si va verso un Amadeus 4 per Sanremo 2023, ormai a vele spiegate: dopo gli ottimi ascolti dell”intera settimana festivaliera e l’exploit finale della serata conclusiva (13.380.000 spettatori, media share al 64.9%), l’invito a proseguire con la direzione artistica e la conduzione della kermesse anche per il prossimo anno è arrivato, inevitabile, già nella conferenza stampa all’indomani della vittoria di Mahmood e Blanco.
L’ipotesi di un Amadeus 4 per Sanremo 2023, con la conferma del conduttore sia alla guida dello show che alla direzione artistica, non è solo una questione di numeri o di assenza di altre valide opzioni sulla carta (che pure è un fattore da considerare: chi accetterebbe la sfida di un Festival dopo risultati del genere?). La conferma di Amadeus per un quarto mandato vuol dire soprattutto investire nel modello editoriale e produttivo che ha fatto il successo di questa edizione. Dal lato dei contenuti e della direzione creativa, ha premiato l’apertura ad una nuova generazione di artisti che ha attirato il pubblico giovanile su Rai1 (da sempre punto debole dell’ammiraglia), senza rinunciare all’integrazione con le vecchie glorie della musica italiana, e lo snellimento di una liturgia classica del Festival che ha lasciato spazio a ritmi più veloci e ad un linguaggio più immediato, interattivo e contemporaneo. Dal punto di vista della strategia editoriale questo Festival ha segnato la perfetta fusione tra proposta tv lineare e fruizione digitale, ampliando notevolmente la platea degli spettatori e andando incontro al pubblico su tre direttrici perfettamente integrate – tv generalista, tv on demand, social network – così da raggiungere un risultato da record.
Ad invocare un Amadeus 4 per Sanremo 2023 a fronte di questa performance quasi impeccabile è stato l’amministratore delegato della Rai Fuortes, che auspica ovviamente una continuità con quanto fatto finora, a maggior ragione dopo una finale che ha segnato il miglior risultato degli ultimi 25 anni di storia dell’evento.
Per fare una metafora calcistica, squadra che vince non si cambia, ma certamente il primo a volerlo deve essere Amadeus. Ed è ovvio che con questo successo sanremese pazzesco l’idea è di ripartire di nuovo insieme, ma non c’è niente di deciso. Dobbiamo decidere tutto e tutti insieme (…) Credo sia davvero paradigmatico quello che è avvenuto a Sanremo, in primis per il raggiungimento del pubblico giovanile, che è uno dei limiti della televisione lineare: ora è chiaro che il Festival di Sanremo è già la televisione del futuro, se guardiamo i dati di Raiplay, questo modello deve essere applicato a tutti i programmi Rai.
L’Amadeus 4 per Sanremo 2023 sembra piuttosto probabile anche a giudicare dalle parole del conduttore, che si riserva di rifletterci su con la dirigenza Rai, ma appare propenso a continuare il lavoro di modernizzazione del Festival.
Sono onorato della proposta, ma come giustamente ha detto il dottor Fuortes se dobbiamo ragionare dobbiamo farlo a mente riposata perché insomma, fare Sanremo per me è un lavoro molto lungo, ma vale anche per tutte le altre cose che faccio: le cose vanno fatte quando si hanno ovviamente delle idee, l’entusiasmo, la forza. Bisogna prendere le cose in maniera molto seria. Ripeto sono onorato della proposta ma adesso… stavo per dire ‘mi prendo qualche giorno in vacanza’, in realtà no perché io domani sera sono in diretta e per I Soliti Ignoti. Però avremo modo di vederci e di chiacchierare serenamente, di affrontare qualsiasi argomento.
Prima che si iniziasse a pensare ad un Amadeus 4 per Sanremo 2023, in apertura di conferenza stampa, il conduttore ha definito “questo Sanremo figlio di quello dell’anno scorso, in cui qualcuno si è limitato solo a guardare il dato d’ascolto“, decisamente inferiore rispetto alla prima e alla terza edizione sotto la sua direzione, ma anche segnato dall’emergenza pandemica e dall’assenza del pubblico in sala come di grandi ospiti sul palco. Amadeus ha ricordato anche di essersi inserito sulla scia del lavoro fatto da Claudio Baglioni, il suo predecessore: “Ha aperto le porte ai giovani e da quella strada non si può tornare indietro“. All’idea di proseguire questo lavoro, ha aggiunto che “non ci sono nodi da sciogliere, ma devo essere io convinto di avere idee, energia, forza, perché non è uno speciale di prima serata su Rai1 da sperimentare, questa è una macchina estremamente importante (…) certe risposte non si danno a caldo dopo aver dormito tre ore“.