Felice di stare al Teatro San Ferdinando, martedì 1 febbraio, al debutto di Brevi interviste con uomini schifosi diDavid Foster Wallace, messo in scena dal 66enne regista e drammaturgo argentino Daniel Veronese, che firma anche lo spettacolo, nella traduzione di Aldo Miguel Grompone e Gaia Silvestrini. Una platea, balconate comprese, pienissima di spettatori ha assistito ad uno spettacolo che forse non è eccessivo definire meraviglioso.
Ma è soprattutto il talento e la bravura incontenibile dei due attori Paolo Mazzarelli e Lino Musella a segnare la bellezza e la profondità di questa rappresentazione assolutamente da non perdere. In scena fino a domenica 6 febbraio, al teatro San Ferdinando di Napoli, scorrono impietosi 8 dei 23 racconti della raccolta dello scrittore statunitense scomparso nel 2008.
Concepiti da Wallace, scrittore, saggista e accademico americano, in forma di monologhi al maschile, la scelta di Daniel Veronese è quella di far diventare ognuna delle otto voci selezionate un “dialogo tra un uomo e una donna”. Una piacevole alternanza di ruoli, maschile e femminile, tra i due eccellenti protagonisti con unico comune denominatore: quello di raccontare e rappresentare profili di maschi incapaci ad avere relazioni serene con le donne. Una carrellata di otto storie che sbirciamo a distanza ravvicinata in un ambiente scenografico rarefatto ed essenziale in cui l’unico movimento geometrico è costituito da una diversa disposizione dei tavolini e dai due attori che a secondo del ruolo e della dialettica in corso, stanno uno seduto e l’altro in piedi, o entrambi seduti o ambedue in una dimensione di plastica rappresentazione della dialettica in corso.
Ci arrivano come sferzate i loro dialoghi intrisi di fragilità, gelosie, desideri e possessioni, ma anche fatti di sottili violenze e di cinismo che si combinano con un humor caustico e paradossale. Si ride anche spesso perché questo specchio così bene tratteggiato delle relazioni affettive provoca al tempo stesso ilarità ma anche una certa inquietudine.
Ciascuna storia ha un titolo diverso: si passa dall’uomo che insulta la moglie che lo sta lasciando; all’uomo che vanta la propria infallibilità nel riconoscere la donna che ci sta senza fare storie; all’interpretazione magistrale di Lino Musella che utilizza la propria deformazione, non ha un braccio, per portarsi a letto quante più donne possibili, ora facendo leva sulla pietas, ora facendo la vittima di una società discriminante. Insomma ne viene fuori un book impietoso di mostri e di misere meschinità. I due attori sono così irresistibili in questa amara e ironica rappresentazione di casi umani e di relazioni “malate” che solo un autore come David Foster Wallace poteva riuscire così abilmente a tratteggiare anche in modo drammatico e umoristico allo stesso tempo. E il merito va anche alla sapiente regia di Daniel Veronese.
Lunghissimi e meritatissimi applausi per i due bravi attori: Paolo Mazzarelli e Lino Musella. Standing ovation per l’attore Paolo Graziosi, scomparso proprio il primo febbraio, a cui Musella ha reso omaggio con grande affetto.
Disegno luci Marciano Rizzo, fonica e video Marcello Abucci, foto di scena Marco Ghidelli. La produzione dello spettacolo è delTeatro di Napoli-Teatro Nazionale,Marche Teatro, Tpe Teatro Piemonte Europa, FOG Triennale Milano Performing Arts, Carnezzeria srls, con il sostegno del Teatro di Roma-Teatro Nazionale,in collaborazione con Timbre 4 Buenos Aires.