Non è ancora ben chiara la motivazione che ha spinto un insegnante di 33 anni a versarsi addosso una tanica di benzina e a trasformarsi in una fiaccola trasudante sofferenza e orrore, ieri, 31 gennaio, in quel di Rende. Una torcia umana, che grida e pare uno dei dannati involati e nascosti dalla fiamma della bolgia dei consiglieri fraudolenti, un Ulisse talmente stanco di navigare a vista che affretta la sua morte. Ma, se è vero che la protesta suicida è stata innescata dalla sospensione dal lavoro, comminata come ricatto ed estorsione dal Governo contro chi aveva deciso di appartenersi senza appartenere, e senza, secondo la vera scienza, fare male a nessuno, a versare quella benzina, ad accendere la pira del novello martire, è il Governo e tutti i suoi volenterosi collaboratori, oltre ai silenti e zelanti carnefici, che non hanno mosso foglia perché il sacrificio non si perpetrasse. Ma soprattutto i suoi colleghi, la sua categoria, quella dei docenti, che, tranne poche migliaia, è stata la più acquiescente, supina, acritica nei confronti delle vessazioni crescenti e sempre più violente contro insegnanti e alunni.
Nessuno ha protestato se ragazzi negativi, magari con esigenze speciali, venivano lasciati a casa per settimane, solo perché non vaccinati, quando in classe si scoprivano un paio di casi positivi. In violazione di qualsiasi privacy, e umanità. Con l’ evidenza dei contagi che corrono supportati dalla tessera che di verde non ha nulla, è solo nera, atra, infame. Nessuno ha protestato se ogni 48 ore quegli stessi docenti, loro colleghi, già soffocati da salari risibili, hanno dovuto versare allo Stato un pizzo di 180 euro mensili in tamponi, e controlli all’ entrata, e mascherine fp2, e il sistema che si inceppava e “abbandoni l’ edificio” se avevi con te solo il certificato bianco, perché la farmacia tardava a inviartelo. E a nulla è servita la quotidiana sevizia. Perché puntuale, come è avvenuto per altre categorie, con la stessa logica lentamente divisiva, è arrivata la sospensione. Senza stipendio, senza nessun emolumento, senza neppure assegno alimentare, al di fuori di qualsiasi termine contrattuale. Ma ancora una volta nessuno ha aperto bocca di fronte alle epurazioni di dicembre, sapendo che parecchi dei colleghi vivono di salario, solo di quello, e tra i più miserabili. Il tutto si è svolto mentre si perfezionavano progetti per l’ inclusione e prevenzione del bullismo…
Ma non basta. Questa cappa di indifferenza si è estesa anche verso le creature loro affidate, vaccinande o da vaccinare, non esseri umani di cui, i più piccoli, “non ricordano più come si viveva con gli abbracci e senza mascherina”. Danni involutivi da verificare. Quando? Quando tutti sarete saturi. O forse mai. Nessuno o pochi, sempre dei colleghi, si sono indignati a fronte della morte del ragazzino che stava assolvendo il suo percorso di alternanza scuola lavoro, dove lui ha lasciato la vita, ma altri, anzi altre ragazze, hanno messo a repentaglio la loro integrità di giovani donne (alludo a episodi di molestie sessuali ricevute da alcune in alternanza). E si sa da chi e perché è stata voluto questo imbastardimento del percorso di formazione culturale. E ora pochi commentano il gesto disperato di questo ragazzo, che a 33 anni, ripete quello con cui Mohammed Bouazizi diede il via alla Primavera araba. Ma qui niente si accende o innesca se non la disperazione delle persone. Ho provato semplicemente a postare la notizia sulla chat dei docenti del mio istituto. Ne ho avuto solo indignazione (non è questo il luogo e il momento) e accuse di propaganda anti obbligo vaccinale.
Se questi sono i docenti che volete per i vostri figli, teneteveli. Io, per me, ora sono distante. E non credo che costoro, molti di costoro, non parlo di chi ha ceduto per disperazione, per il mutuo, per i figli, abbiano ancora qualcosa di significativo da insegnare.
Continua a leggere su Optimagazine.com
Non credo ci sia molto da aggiungere a queste parole. Condivido in pieno tutte le riflessioni. Pur potendo tornare a scuola ad insegnare non ne ho più voglia… Non è una scuola, quella che si fa tra muri fatiscenti, tra non pochi docenti opportunisti, impreparati, incoerenti, maleducati, prepotenti, insensibili, ignoranti, sca..ati, svogliati… Qualcuno si salva, certo. Ma questo e quello che ho potuto vedere negli ultimi 10/ 15 anni, come mamma, alunna e docente. Una grande delusione questa scuola preoccupata solo delle apparenze, assomigliante ad un memorificio, e impegnata nel vanagloriare se stessa, placidamente ignara delle realtà scolastiche estere… Se la cantano e se la suonano da soli sfoggiando il piu ridicolo campanilismo culturale. Se la tengano la loro scuola. Mi spiace solo per i ragazzi e ragazze che meritano molto di più…