L’arbitro Marco Serra è finito al centro di una bufera sportiva e mediatica. Marco Serra è colpevole di aver giudicato male un episodio ai danni del Milan (leggi di più). Un fischio inopportuno che ha contributo alla sconfitta della formazione di Pioli contro lo Spezia che dopo quello del Napoli al Maradona si porta a casa anche lo scalpo del Milan da San Siro.
Con molto sportività il tecnico del Milan Stefano Pioli, pur rimarcando l’errore arbitrale, ha ammesso la responsabilità sua e della squadra nella sconfitta contro una formazione come lo Spezia certamente inferiore nelle qualità individuali e nella cifra collettiva. Nondimeno l’attenzione generale si concentra sul fatale fischio di Marco Serra che potrebbe avere un peso specifico enorme nella corsa ai posti Champions e persino nell’assegnazione del titolo.
L’arbitro Marco Serra si è scusato per l’errore commesso ed anche l’Associazione Italiana Arbitri ha diramato una nota ufficiale cospargendosi il capo di genere per quanto accaduto a San Siro durante il match Milan-Spezia. Ovviamente da ore non si parla d’altro alimentando gli scontri tra le varie tifoserie rimesse in subbuglio dall’esito di una giornata che potrebbe anche aver riaperto la corsa scudetto. Si sfogliano i precedenti pro Milan dello stesso Marco Serra alimentando odio e tensioni.
Trovo orrende le immagini dell’arbitro accerchiato, in stile Juventus, dai calciatori del Milan sul prato di San Siro. Trovo ingiusta l’ipotesi di una punizione per Marco Serra per il quale si prevede uno stop di settimane. Trovo orrenda l’idea di un’aspettativa risarcitoria maturata in ambiente rossonero. E mi chiedo anche se l’AIA si sarebbe ugualmente prostrata in pubblica ammenda qualora il presunto torto fosse stato ai danni dello Spezia.
E’ tutto sbagliato, è tutto da rifare ! Così esclamerebbe il grande Gino Bartali. La vicenda di Marco Serra dimostra quanto sia culturalmente sbagliato il rapporto con gli arbitri. Marco Serra ed i suoi colleghi sono una componente del gioco del quale sono chiamati a far rispettare le regole. Il loro dovere consiste nel prepararsi al meglio per questo compito delicatissimo e di decidere sul terreno di gioco in piena libertà senza sudditanza o timore reverenziale. Se l’arbitro Marco Serra e tutti i suoi colleghi compiono questo dovere hanno diritto di sbagliare senza per questo esser linciati.
Purtroppo la cultura del sospetto e dell’alibi avvelena il calcio italiano. Ed è molto comodo per dirigenti, allenatori, calciatori scaricare sugli arbitri le responsabilità dei propri errori. Oggi la giostra delle recriminazioni si è fermata a San Siro, ma è solo questione di tempo. Il fuoco dell’errore arbitrale e delle polemiche conseguenti cova sempre sotto la cenere anche perché sudditanza psicologica e timori reverenziali sono componenti genetiche delle relazioni umane e sportive.
Nel calcio purtroppo la parola arbitrarietà è ancora una parola fine a se stessa. Trovo assolutamente giuste le scuse che l’arbitro Serra ha rivolto al Milan per aver commesso il grave errore che è costata la sconfitta alla compagine rossonera, quello che trovo decisamente strano è la prontezza con la quale anche l’AIA si sia prodigata a scusarsi. In termini di correttezza sarebbe stato auspicabile che le medesime scuse fossero state fatte anche alla Roma per lo stesso episodio subìto in casa, nel match contro il Milan oppure all’Udinese alla quale non è stato assegnato un rigore per il fallo di Bernardeschi.
Orsato e l’AIA non hanno chiesto scusa alla Roma contro la Juve.
Trattasi di errore clamoroso ma non gol annullato.