In questi giorni ha fatto molto discutere la scelta del filosofo Maurizio Cacciari di fare la terza dose di vaccino. La discussione è nata dal fatto che l’ex sindaco di Venezia sia uno dei più aspri detrattori della politica sanitaria di contrasto al virus. In particolare i suoi anatemi, tutti in diretta tv, hanno avuto come obiettivo il green pass. Per questo è diventato negli ultimi mesi un beniamino dei no-vax e dei no green pass. Lui stesso ha creato anche una commissione, il Dupre, da dubbio e precauzione, che serve, come da sua definizione, a contro-informare i cittadini sul virus.
Nei giorni scorsi ha però ricevuto la terza dose del vaccino creando sconcerto nella sua “comunità” di cui rappresenta un punto di riferimento. Sia dal punto di vista culturale che mediatico visto che figura in diverse trasmissioni televisive e fa arrivare il messaggio dei critici del vaccino e del green pass a milioni di persone. Dopo che la notizia è venuta fuori ha provato a dare una spiegazione che affonda le radici nella filosofia e nel ruolo del filosofo. Se non si stesse parlando di uno stimato intellettuale si sarebbe potuto utilizzare anche il termine “supercazzola” di cinematografica memoria.
La sua giustificazione fa onestamente acqua da tutte le parti e allora viene spontaneo rispondere la verità al posto suo. È ormai chiaro che lui non possa farlo perché questo significherebbe rinnegare quello che va dicendo da un certo punto della pandemia in poi. Le critiche feroci al sistema sono chiaramente una scelta di parte per far sentire più chiaramente la propria voce. Un gioco di ruoli in cui lui ha scelto quello dell’oppositore per non finire nel nutrito coro dei sostenitori delle politiche governative. Ci sta nella dialettica soprattutto televisiva. Non è il primo e non sarà nemmeno l’ultimo.
Cacciari ha fatto la terza dose perché temeva di finire in terapia intensiva ma non può dirlo
La verità se non la dice lui è il caso comunque di dirla. Massimo Cacciari ha fatto la terza dose di vaccino perché aveva paura. E aveva ragione da vendere ad averne. Aveva ragione perché due terzi delle terapie intensive sono occupate da no-vax. Perché la variante Omicron sta dimostrando tutta la sua contagiosità e, nonostante questo, il vaccino, con la terza dose necessaria, sta mettendo una pezza. Anzi, sta evitando alle persone di finire in ospedale e in terapia intensiva facendo dire, proprio ai no-vax, ironia della sorte, che si tratta solo di un raffreddore.
Cacciari sa bene che l’unico strumento che abbiamo al momento per arginare la pandemia è il vaccino e per questo ha deciso di fare anche la terza dose. Dopo la sua spiegazione tornerà in televisione a perorare la sua causa da oppositore che strizza un po’ l’occhio ai no-vax. Quando qualcuno glielo farà notare continuerà a buttarla sull’etica e sulla filosofia come faceva Don Abbondio che usava il latino per confondere il povero Renzo. Caro Cacciari la verità è nota a tutti e va bene così. Hai fatto benissimo a vaccinarti e ad avere paura del virus. Grazie al vaccino potrai tranquillamente tornare in tv a fare esercizi di retorica utili più all’ego di chi li fa che alle persone che ascoltano. È questo il bello della scienza: aiuta anche chi non crede in lei o, peggio strumentalmente, prova a metterle i bastoni tra le ruote.