Jenna Jameson, chi era costei? Domanda inutile, tutti gli appassionati di un certo hobby la conoscono intimamente: era una pornostar che imperversava su tutti i canali hot e le sue performance rimangono leggendarie anche a una decina d’anni dal ritiro. Oggi sta in ospedale con la sindrome di Guillan-Barrè dopo avere assunto il vaccino. “Ma nessuna correlazione” garantisce lei: anche le dee del sesso sono integrate, si adeguano. La sindrome in questione attacca le gambe, le rende di schiuma e non puoi reggerti in piedi; in effetti attacca l’intero sistema muscolare, ti ritrovi un burattino cui hanno tagliato i fili e i casi dopo la somministrazione non sono pochi, ma niente paura, la correlazione non c’è, non c’è mai, solo casualità. Veramente la sindrome di Guillan-Barrè ha preso anche me, tutte e due le volte che mi sono immunizzato: solo che io sono un esempio da non seguire, lascio che le cose passino da sole o si facciano endemiche, mi sono rotto ossa, ho avuto broncopolmoniti e mi sono regolarmente curato in modo sciagurato finché non l’ho spuntata, che Dio abbia pietà di me. Così non sono andato in ospedale, come Jenna, e poco a poco ho ripreso forza negli arti, nei muscoli. Però, se l’esperienza personale conta qualcosa, io una correlazione mi sentirei di ipotizzarla Jameson no. Opportunismo? Naivéte di chi ragiona con altri organi? Come volete, ma si può in questo Paese, in questo mondo, ancora porsi qualche domanda? O ragionare, mettere in fila sintomi, possibili rapporti di causa-effetto, è diventato sconveniente, ha ceduto ad una autocensura pavloviana? Anche per il caso di David Sassoli si assiste ad una rimozione forzata dalla lunga coda di paglia: si condanna la miseria umana di chi esulta per il suo decesso, ma questo è scontato e lo era anche prima della Covidmania o della vaxmania; altro è chiedersi cosa sia davvero accaduto e il gioco di mettere tutti nel calderone del disprezzo, dello sciacallaggio è francamente insostenibile. Cosa sia successo a Sassoli è difficile dire, perché le notizie vengono distillate e tenute sotto controllo: già avevano tenuto coperta la sua agonia per dieci giorni, e hanno lasciato trapelare la sua condizione quando era ormai irrimediabile, in attesa di un tracollo arrivato in poche ore. Qualche particolare, tuttavia, è emerso. Sassoli lottava con una forma di leucemia da una decina d’anni; si era curato, continuava i suoi cicli e la malattia non gli aveva impedito di assumersi incarichi importanti e faticosi come quello di presidente della Commissione Europea. Convinto vaccinista, aveva assunto le sue dosi fino al booster, a quanto si è saputo in ottobre: dopodiché le sue condizioni sono precipitate. Il 26 dicembre sarebbe stato portato ad Aviano, in un centro per il monitoraggio degli effetti avversi del vaccino in pazienti con situazione sanitaria particolare, ossia critica, e qui è spirato. È lecito porsi domande, cosa doverosa e affatto diversa dallo sciacallaggio?
Nessuno provvisto di buon senso e di umanità arriva a conclusioni drastiche, tranchant, ma porsi il dubbio è inevitabile, se non altro perché plurime voci di scienziati hanno avvertito che la somministrazione ripetuta, e a scadenza ravvicinata, rischia di compromettere il sistema immunitario: ciò che, a quanto pare, sarebbe accaduto proprio a Sassoli, che già versava in una condizione delicata. Non medici da chiacchiera televisiva: parliamo dei Tarro, i Montagnier, i Malone, adesso perfino l’Abrignani del CTS, ultrà vaccinale. Perfino l’OMS, cui in tanti si vanno accodando, svolta che sta mettendo in crisi la strategia governativa, ostinata al limite della stupidità nel puntare tutto e solo su una sostanza che attenuerà anche gli effetti del virus ma non lo scherma, non ne argina la diffusione, ciò che ormai è incontestabile, numeri alla mano. Allora cos’è che si vuole evitare davvero? Di disturbare il manovratore? Di non contrariare il regime? Non si era detto che la scienza procede per tentativi, imparando dai suoi stessi errori, correggendosi perennemente? No, ormai siamo alle certezze indiscutibili, all’ideologia che è il contrario della scienza, se qualcosa non funziona, se scatena effetti pericolosi, diciamo possibili effetti così non passiamo per fanatici, ebbene si moltiplichi il dosaggio, alla fine costi quel che costi avremo ragione noi, noi santoni di una scienza che non esiste, che sconfina nella politica e di questa è ostaggio.
Se c’è una cosa che ci ha perduti negli ultimi due anni è proprio l’avere imposto – e subìto, e accettato – una visione marmorea, non suscettibile di correzioni; è stato decidere che il vaccino è di sinistra e metterne in discussione impatto e conseguenze fosse, chissà perché, “fascista”; che il protocollo “tachipirina e vigile attesa” fosse l’unica soluzione corretta e tutte le altre vergognose, improponibili; che le intubazioni andassero in automatico, ignorando le conseguenze; che chiudere a ripetizione un Paese fosse necessario ad arrestare un morbo mutevole e sfuggente; che le mascherine en plein air avessero senso, per quanto taroccate; che accanirsi contro gli scettici e i preoccupati risolvesse tutto: adesso si sa che a contagiare sono di più gli obbedienti, gli ortodossi, quelli che si sono adeguati, fidandosi di virologi, di comitati, di cabine di regia espressione della lottizzazione politica più deprimente; che gli scienziati critici fossero tutti rimbambiti o terroristi; che le correlazioni non esistessero o fossero trascurabili, solo coincidenze, solo casi isolati anche se si contavano, e si contano, a migliaia; che scambiare i contagiati per malati non faceva che fornire una realtà del tutto falsata, complicando comprensione ed efficacia; che se dopo una puntura di siero caschi con le gambe di stracchino, beh, non era niente, stavi così anche prima, anche se prima cavalcavi la vita. Tutta roba che adesso viene a galla con drammatica violenza. Ma tardi, troppo tardi, come sempre. Sassoli è stato rimpianto come un santo dei miracoli, la sua morte prematura annegata in un mare di melassa che superava i generosi standard della retorica nazionale, in modo, quello sì, sospetto. Tutto, purché non ci si ponesse alcuna domanda, non si tentasse di capire.
Ieri la parlamentare Francesca Donato ha avanzato il sospetto di un legame tra somministrazione e tracollo di Sassoli: il conduttore Floris, ligio come sempre, le ha tolto la linea. Del tutto in linea con un presidente del Consiglio che, se gli ricordano che il Regno Unito ha rifiutato le chiusure paranoiche da lui adottate e versa in condizioni migliori, risponde: non ho tempo per occuparmi degli altri Paesi, non mi interessano. Lui, l’apostolo dell’Europa Unita e integrata. Certo, si possono chiudere occhi e orecchie, si possono spegnere collegamenti e social, ma alla fine la verità rompe gli argini e chiede il conto. Quale che sia.
Caspita, tre ore dalla pubblicazione e non sono ancora arrivati ban, insulti e derisioni? Dev’esserci un problema nella rete.