Ai Golden Globes 2022, 79esima edizione del premio assegnato dalla stampa estera della Hollywood Foreign Press Association, nella categoria cinema hanno trionfato Il Potere Del Cane e West Side Story con tre statuette a testa. Miglior film drammatico, attore non protagonista (Kodi Smit-McPhee) e regia (solo la terza vittoria al femminile nella storia della manifestazione) per il western straniante diretto da Jane Campion; mentre il musical al profumo di classico di Steven Spielberg ha conquistato i premi per il film commedia o musicale e per le due interpretazioni femminili, protagonista nella categoria commedia alla giovanissima Rachel Zegler e non protagonista ad Ariana DeBose.
Si potrebbe andare andare avanti ricordando tutti gli altri premi di questi Golden Globes 2022: da Nicole Kidman meritata migliore attrice drammatica per la sua Lucile Ball di Being The Ricardos (battuta Lady Gaga) a Will Smith miglior attore drammatico nel biopic Una famiglia Vincente – King Richard, in cui veste i panni del padre delle sorelle Williams, le stelle del tennis, fino all’Andrew Garfield protagonista nella categoria commedia per Tick, Tick … Boom!. E aggiungere nel lotto anche la piccola delusione per la sconfitta di Paolo Sorrentino, che nella categoria film straniero è stato battuto dal notevole Drive My Car di Ryūsuke Hamaguchi (abituiamoci, accadrà lo stesso negli altri premi della stagione, il film giapponese è favoritissimo). E si potrebbe terminare sottolineando la vittoria nella categoria principale del miglior film drammatico per una pellicola targata Netflix.
Si potrebbe parlare di tutto questo, ma solo in teoria. Perché la vera questione è che di questi Golden Globes 2022 non sembra essersene accorto nessuno. Nessuna televisione ha seguito l’evento – lo storico partner NBC aveva annunciato da tempo che non avrebbe curato come al solito la diretta televisiva. E niente viavai di celebrità, red carpet e after party per una cerimonia che, come preannunciato pubblicamente qualche giorno fa, sarebbe stata un “evento privato”, con la proclamazione dei vincitori comunicata in sordina sul sito e le pagine social dei Golden Globes. E infatti per accorgersi dell’esistenza dei Globes l’unica possibilità era seguirli su twitter, dove sono comparse le dichiarazioni della nuova presidente dell’HFPA Helen Hoehne (“I #GoldenGlobes sono un ponte verso un pubblico mondiale fatto di molti colori, molte fedi e molte culture, tutte unite dalla stessa passione: l’amore per i film“) o la breve testimonianza video di Jamie Lee Curtis tesa a sottolineare le attività filantropiche dell’associazione.
Questo grande silenzio calato sui Golden Globes 2022, com’è ampiamente noto, dipende dal fatto che la HFPA è da molto tempo a questa parte al centro di un’interminabile serie di polemiche, che non fanno che aumentare, nonostante gli sforzi (moderati) dell’organizzazione per arginarle. Il punto di partenza è stata la drammatica “lack of diversity”, ossia la mancanza di una accettabile rappresentanza di tutte le cosiddette – termine assai scivoloso – “minoranze”. In effetti che la HFPA avesse bisogno di uno scossone era sacrosanto, visto che, in rapporto alla fama e all’influenza del premio, quegli 87 membri preposti alle votazioni, soprattutto maschi, bianchi e attempati, costituivano una giuria troppo striminzita e ben poco rappresentativa dei gusti e delle caratteristiche di un cinema sempre più globale.
I Golden Globes però non hanno avuto la sensibilità e la perspicacia per capire che i tempi stavano cambiando, sebbene sarebbe bastato semplicemente guardare all’esempio dell’Academy che assegna gli Oscar, la quale negli ultimi anni ha nominato migliaia di nuovi giurati, nel segno dell’inclusione e del riequilibrio dell’enorme sovrarappresentazione di giurati maschi bianchi e anziani. Un notevole sforzo che oggi permette loro di parlare orgogliosamente di una “Global Membership”, che rispecchia l’immagine non del cinema americano ma dell’industria dell’intrattenimento e più in generale del mondo com’è oggi.
Invece l’HFPA molto tardivamente e solo dopo le nette prese di posizione di attori come Tom Cruise, che aveva riconsegnato i tre Globes vinti, o di Scarlett Johansson, che aveva dichiarato di aver ricevuto “domande e osservazioni sessiste da parte di alcuni membri dell’HFPA che rasentavano le molestie sessuali“, ha deciso di correggere il tiro, nominando 21 nuovi membri, 10 donne, 6 neri, 6 latini, 5 asiatici e 4 mediorientali/nordafricani. Ma nel frattempo scandalo si è aggiunto a scandalo, col dito puntato anche contro il comportamento finanziario dell’associazione, cui il Daily Mail ha fatto i conti in tasca scoprendo che, a fronte di introiti consistenti – pare che la NBC pagasse fino a 31 milioni di dollari i diritti di messa in onda della cerimonia di premiazione – abbia restituto ben poco in termini di politiche di beneficenza. Nel frattempo i player più importanti dell’industria come Netflix e Amazon hanno dichiarato pubblicamente di non avere intenzione di avere relazioni con l’HFPA e I Golden Globes fino a quando l’roganizzazione non darà segnali concreti di cambiamento.
Il risultato della bufera e di questa gestione improvvida sono i Golden Globes 2022, con la loro lista prestigiosa di vincitori per il cinema e la tv di cui sembra davvero non importare niente a nessuno. Impossibile anche immaginare che questo risultato possa indicare dei possibili trend in chiave Oscar. Per capire dove spira il vento per le statuette dell’Academy saranno molto più importanti le nomination dei SAG Awards, l’influente premio assegnato dal sindacato degli attori, che verranno annunciate il prossimo 12 gennaio.
Ecco comunque, tutti i premiati nella categoria cinema
Miglior film drammatico
Belfast, Kenneth Branagh
CODA, Sian Heder
Dune, Denis Villeneuve
Una famiglia Vincente – King Richard, Reinaldo Marcus Green
Il Potere Del Cane, Jane Campion [Vincitore]
Miglior film commedia o musicale
Cyrano, Joe Wright
Don’t Look Up, Adam McKay
Licorice Pizza, Paul Thomas Anderson
Tick, Tick … Boom!, Lin-Manuel Miranda
West Side Story, Steven Spielberg [Vincitore]
Migliore attore in un film drammatico
Mahershala Ali, Swan Song
Javier Bardem, Being the Ricardos
Benedict Cumberbatch, Il Potere Del Cane
Will Smith, Una famiglia Vincente – King Richard [Vincitore]
Denzel Washington, The Tragedy of Macbeth)
Migliore attrice in un film drammatico
Jessica Chastain, Gli Occhi Di Tammy Faye
Olivia Colman, The Lost Daughter
Nicole Kidman, Being the Ricardos [Vincitrice]
Lady Gaga, House of Gucci
Kristen Stewart, Spencer
Migliore attore in un film commedia o musicale
Leonardo DiCaprio, Don’t Look Up
Peter Dinklage, Cyrano
Andrew Garfield, Tick, Tick … Boom! [Vincitore]
Cooper Hoffman, Licorice Pizza
Anthony Ramos, Sognando A New York – In the Heights)
Migliore attrice in un film commedia o musicale
Marion Cotillard, Annette
Alana Haim, Licorice Pizza
Jennifer Lawrence, Don’t Look Up
Emma Stone, Crudelia
Rachel Zegler, West Side Story [Vincitrice]
Migliore attore non protagonista
Ben Affleck, The Tender Bar
Jamie Dornan, Belfast
Ciarán Hinds, Belfast
Troy Kotsur, CODA
Kodi Smit-McPhee, Il Potere Del Cane [Vincitore]
Migliore attrice non protagonista
Caitríona Balfe, Belfast
Ariana DeBose, West Side Story [Vincitrice]
Kirsten Dunst, Il Potere Del Cane
Aunjanue Ellis, Una famiglia Vincente – King Richard
Ruth Negga, Due Donne – Passing
Migliore regista
Kenneth Branagh, Belfast
Jane Campion, Il Potere Del Cane [Vincitrice]
Maggie Gyllenhaal, The Lost Daughter
Steven Spielberg, West Side Story
Denis Villeneuve, Dune
Migliore sceneggiatura
Paul Thomas Anderson, Licorice Pizza
Kenneth Branagh, Belfast [Vincitore]
Jane Campion, Il Potere Del Cane
Adam McKay, Don’t Look Up
Aaron Sorkin, Being the Ricardos
Migliore colonna sonora originale
Alexandre Desplat, The French Dispatch
Germaine Franco, Encanto
Jonny Greenwood, Il Potere Del Cane
Alberto Iglesias Madres Paralelas
Hans Zimmer Dune [Vincitore]
Migliore canzone originale
Be Alive (Dixson, Beyoncé), Una famiglia Vincente – King Richard
Dos Orugitas (Lin-Manule Miranda), Encanto
Down to Joy (Van Morrison), Belfast
Here I Am (Singing My Way Home) (Carole King, Jennifer Hudson, Jamie Hartman), Respect
No Time to Die (Billie Eilish, Finneas O’Connell), No Time to Die [Vincitore]
Migliore film straniero
Scompartimento n. 6 – In Viaggio Con Il destino, Juho Kuosmanen
Drive My Car, Ryūsuke Hamaguchi [Vincitore]
È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino
Un Eroe, Asghar Farhadi
Madres Paralelas, Pedro Almodóvar
Miglior film d’animazione
Encanto, Byron Howard, Jared Bush e Charise Castro Smith [Vincitore]
Flee, Jonas Poher Rasmussen
Luca, Enrico Casarosa
My Sunny Maad, Michaela Pavlátová
Raya e l’ultimo drago, Don Hall e Carlos López Estrada