La deriva del tifo becero offende la memoria di Paolo Rossi. La Camera dei Deputati ed il Governo hanno varato un’iniziativa per intitolare a Paolo Rossi lo Stadio Olimpico di Roma. Un meraviglioso e sacrosanto riconoscimento postumo per un atleta leggendario che ha emozionato ed inorgoglito tutta l’Italia. Paolo Rossi , morto prematuramente, è il simbolo del vittorioso Mundial del 1982.
Ma questo indirizzo politico comincia a trovare qualche resistenza nella Capitale. L’intitolazione a Paolo Rossi dello Stadio Olimpico è stata addirittura bollata come un’operazione di ” colonialismo sportivo”. Mentre Napoli in pochi mesi ha intitolato a Diego Armando Maradona il suo stadio, Roma frena su Paolo Rossi (leggi di più)
A quella competizione Paolo Rossi arrivò dopo una travagliata vicenda giudiziaria. Una pesante ed ingiusta squalifica scontata in tempo utile per poter partecipare alla competizione iridata. Enzo Bearzot, l’allenatore della Nazionale, volle aggregarlo al gruppo azzurro attirandosi gli strali della critica che invocava a gran voce la convocazione di Roberto Pruzzo bomber amatissimo a Roma.
Bearzot scelse Paolo Rossi e lo difese anche dopo il pessimo avvio nel Mundial 1982. Quattro partite, zero reti per Paolo Rossi sempre più nel mirino delle critiche più feroci. Poi la resurrezione sportiva di Paolo Rossi e l’esplosione di Pablito. Tre reti al super Brasile, due alla Polonia in semifinale, uno alla Germania in finale. L’Italia campione del mondo e Paolo Rossi Pallone d’Oro. La storia di Pablito fece innamorare il mondo intero. Per anni ogni italiano all’estero, appena palesava la sua nazionalità, si sentiva ripetere “Italia, spaghetti, mandolino e PaoloRossi” tutto attaccato.
L’idea d’intitolare l’Olimpico a Paolo Rossi è un’idea nobile. Bisogna procedere senza indugio e senza lasciarsi distrarre da qualche storia di tifo rancoroso. Paolo Rossi è un patrimonio eterno del calcio italiano e mondiale. Ha contribuito ad unire un’Italia lacerata dalle violenze degli anni di piombo. Ha conquistato l’affetto di un’intera nazione e di tutti quelli che amano il calcio. Una storia d’amore e di dolore, d’infortuni e trofei, di abbracci e tradimenti. La storia di un’italiano che “era un ragazzo come noi” ma è poi diventato simbolo di una generazione. Se ne facciano una ragione gli odiatori seriali. Trionfi l’amore ed il rispetto per un uomo ed un calciatore indimenticabile. Siamo tutti Paolo Rossi.
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Assolutamente contrario, almeno sino a quando Roma e Lazio avranno i loro stadi di proprietà.
Devo dire che non sono affatto d’accordo ,la storia di Paolo Rossi è controversa, e coinvolge peraltro un fantastico attaccante accantonato dalla nazionale per motivi abbastanza discutibili come Roberto Pruzzo. Per quanto si tratti dello stadio della capitale a me sembra proprio un affronto intitolarlo a Paolo Rossi, che potrà dare il proprio nome a tanti stadi, ma all’Olimpico di Roma mi sembra veramente sbagliato.