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Emily in Paris 2 continua a irritare coi suoi stereotipi, stavolta scende in campo il governo ucraino

Emily in Paris 2 continua a offendere una parte del suo pubblico ricorrendo ad un eccesso di stereotipi: dopo i francesi, stavolta tocca agli ucraini

di Claudia Gagliardi
03/01/2022
INTERAZIONI: 5

INTERAZIONI: 5

@Netflix

Emily in Paris 2 continua a fare un uso abbondante degli stereotipi, che era stato il più grosso ed evidente limite della prima stagione (qui la nostra recensione). Incurante delle critiche, la prosegue continua sulla stessa strada senza temere di attirare nuove critiche, che puntualmente sono arrivate, stavolta da un Ministro della Cultura.

A prendersela con Emily in Paris 2 (qui la nostra recensione) stavolta sono soprattutto gli ucraini. Dopo l’enorme uso di cliché sui francesi, con tutto quanto di più stereotipato si potesse usare per rappresentarli, la serie ci è cascata di nuovo ma con un altro popolo europeo. Gli ucraini non hanno preso benissimo, infatti, la scrittura del personaggio di Petra, una donna interpretata dall’attrice ucraina Daria Panchenko, che la protagonista Emily incontra ad un corso di lingua francese.

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Nel corso della trama di Emily in Paris 2 Petra coinvolge la giovane americana in un furto in un negozio. Il personaggio è dipinto inoltre come una persona con scarso senso della moda e che vive con la paura di essere deportata. Una trovata che non è piaciuta per niente al ministro del governo di Kiev Oleksandr Tkachenko: il titolare del dicastero della Cultura e dell’Informazione ha descritto l’immagine caricaturale di Petra come “offensiva” per il popolo e la cultura dell’Ucraina, frutto di luoghi comuni duri a morire. “In Emily in Paris, abbiamo un’immagine caricaturale di una donna ucraina che è inaccettabile. È anche offensiva“, ha scritto Tkachenko su Telegram, inviando una lettera di lamentele al servizio di streaming per la rappresentazione del personaggio.

Il modo in cui Emily in Paris 2 ha introdotto e raffigurato questo personaggio minore, che ha avuto poco spazio in un paio di episodi della stagione, ha indispettito anche diversi ucraini residenti a Parigi, che si sono lamentati sui social del modo in cui la serie ha giocato con banalità trite e ritrite solitamente usate per caratterizzare le persone dell’est.

Il problema di Emily in Paris 2 è ben più ampio e riguarda un po’ tutti i personaggi: in generale, gli americani sono rappresentati come rozzi e interessati solo alla produttività, i francesi come altezzosi e lascivi, gli inglesi come snob patiti del calcio, la città di Parigi è una cartolina talmente lucidata da sembrare finta e così via. Di questo passo, nella stagione 3 già confermata da Netflix o nelle successive, chissà quando toccherà ad un personaggio italiano entrare in scena facendo una pizza o suonando un mandolino.

Continua a leggere su optimagazine.com

Tags: emily in parisnetflix

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