Oltre l’architetto. I tanti volti di Ezio De Feliceè l’evento che la Fondazione De Felice dedica al ricordo di uno dei protagonisti della scena internazionale del restauro e della museografia, dell’architettura e dell’arte.L’appuntamento è previsto per oggi mercoledì 24 novembre alle ore 17.30 nel Teatro di Palazzo Donn’Anna.
L’evento sarà anche occasione per rendere omaggio all’arte di Ezio De Felice con la presentazione di un’opera del maestro che entrerà a far parte della collezione del Museo del Novecento di Napoli in Castel Sant’Elmo.
La celebrazione dell’architetto napoletano a 21 anni dalla morte arriverà attraverso le voci e i racconti di Lucia Arbace, Gioconda Cafiero, Marina Colonna, Bruno Discepolo, Mimmo Iodice, Roberto Fedele, Silvio Perrella, Massimo Pica Ciamarra, Angela Tecce.
Dopo i saluti di Marina Colonna, Presidente della Fondazione Ezio De Felice, verrà proiettato Oltre l’architetto, realizzato da NFI – Napoli Film Industry, un cortometraggio che racconta la vita del Maestro attraverso immagini e documenti inediti dell’Archivio De Felice e le testimonianze di Marina Colonna, Mimmo Iodice, Roberto Fedele, Silvio Perrella, Massimo Pica Ciamarra.
A seguire la conversazione su I tanti volti di Ezio De Felice con Lucia Arbace storico dell’arte già dirigente MIBACT, Gioconda Cafiero DIARC Università degli Studi di Napoli Federico II, Bruno Discepolo architetto, urbanista, Assessore Regione Campania, Angela Tecce, storico dell’arte già dirigente MIBACT Presidente Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee.
Seguirà il Concerto per un Maestro con gli artisti Manuela Albano al violoncello e Luca Iovine al clarinetto. Il programma del concerto prevede l’esecuzione delle musiche di Jean-Philippe Rameau Nouvelles Suites de Pièces de Clavecin (v. 1728), Cinquème Suite L’Enharmonique, di Ludwig van Beethoven Duo WoO 27 n.3 e di Svante Henryson Off Pist.
Tra i tanti volti di Ezio De Felice, oltre l’architetto, c’è quello del sapiente artigiano capace di forgiare con abilità ed eclettica creatività i tantissimi materiali che accumulava trasformandoli poi in preziosi oggetti. Così possente e gigantesco nella statura fisica Ezio lavorava i suoi materiali seduto ad un banchetto di legno che aveva tanti cassetti da cui estraeva arnesi e materiali di ogni tipo per trasformarli di volta in volta in collane, bracciali, lampade, sgabelli, sedie, supporti vari per mostre, oggetti di elegante design.
Il mio ricordo è legato a questo Ezio eclettico e geniale artigianoche se ne stava seduto a lavorare per ore e ore perché alla fine l’oggetto che realizzava te lo doveva donare. Il mio ricordo più profondo del grande e nobile Ezio è in compagnia di una donna speciale Eirene Sbriziolo, brillante architetto e urbanista, moglie e compagna di una vita, una coppia per alcuni ambiti diversa professionalmente ma sempre in perfetta sintonia sul modo di concepire l’agire politico e la cosa pubblica.
Parlare con entrambi ha significato per me in ogni momento ricevere forti stimoli e curiosità di ogni tipo, essere sollecitata a ragionamenti, ad analisi sulla politica, sulla cultura, sulle trasformazioni della città e sulle soluzioni possibili da mettere in atto per la complessa manutenzione e rinascita delle città.
Mentre Ezio era impegnato a plasmare pietre e metalli al suo banchetto di lavoro, con Eirene c’erano lunghe ed amabili conversazioni su tantissimi argomenti, tra cui primeggiava il risanamento della città e delle periferie.Erano molto attenti alle storie personali, non trascuravano mai di darti consigli, suggerimenti, e non mancava mai il supporto generoso e incondizionato alle vicende ingarbugliate anche a quelle amorose.
Per me hanno costituito un faro, quella scintilla che a volte manca per trovare una soluzione e che appare difficile da individuare ma che invece è lì a portata di mano.
I nostri incontri erano così ricchi e intensi fondamentali per ricostruire la memoria su fatti e persone, per ripercorrere la storia attribuendo il giusto valore alle cose e agli avvenimenti succedutisi nella nostra città e nella storia della ricostruzione urbanistica di Napoli.
Ezio ci ascoltava in silenzio,qualche volta annuiva oppure diceva senza mezzi termini la sua posizione, qualche volta il disappunto si leggeva nel suo sguardo, dal sopracciglio che si arcuava, poi improvvisamente interrompeva in modo ironico e divertente recitando le sue poesie in napoletano o facendoci vedere i suoi disegni che aveva realizzato.
Sorprendenti e immaginifici i luoghi dove mi hanno accolto,la casa, prima del Vomero poi di Calata Trinità Maggiore, lo studio con il suo grande fascino di Palazzo Donn’Anna, mi sono rimasti dentro per la bellezza monumentale e artistica degli ambienti, per la creatività dell’arredamento e per il confortevole calore del legno che amavano in tutte le possibili trasformazioni.Non c’era oggetto segnato dal tempo che non fosse portato a Palazzo Donn’Anna, non c’era oggetto che non fosse stato realizzato a mano, non c’era tavolino che non fosse costruito o disegnato da Ezio. Quando misi su casa nel 1987, mi arrivò in dono un tavolinetto piastrellato da mattonelle trovate nei diversi cantieri che Ezio aveva realizzato. Lo conservo gelosamente e si distingue tra gli oggetti di arredamento.
Una grandissima fortuna aver conosciuto e frequentato Ezio ed Eirene.
La storia museografica, urbanistica, politico-istituzionale e sociale di Napoli e della Campania, ma anche dell’Italia e di quella europea deve molto a questa splendida coppia per l’alta qualità del loro lavoro e per ciò che hanno lasciato e tramandato in ogni testimonianza.
Vi dobbiamo molto, si rintracciano opere e memorie dei vostri progetti e piani nelle Istituzioni, nelle università, nei partiti ed in tantissimi altri luoghi. Al primo posto l’interesse della cosa pubblica, sia partecipando a molti importanti progetti di riqualificazione urbana, tra cui anche la riqualificazione del Convento di Santa Sofia-Museo del Sannio per conto dell’Amministrazione Provinciale di Benevento.
Avete donato importanti collezioni di pietre dure con varie sfaccettature al Museo Mineralogico Campano – Fondazione Discepolo, di Vico Equense (NA). Nel marzo 2001 è stata inaugurata la sezione dedicata alle “Gemme” che ospita oltre 500 campioni di pietre dure.
Altrettanto importante la donazione di una raccolta antologica di oggetti dei più diversi attrezzi e strumenti di lavoro del tempo passato, donata alla Provincia di Avellino, nell’arco di quattro anni (2001-2004) e poi interamente trasferita in comodato d’uso al Comune di San Potito Ultra per realizzare il primo Museo del lavoro in terra irpina, forse uno dei più ricchi e variegati in Campania.
Successivamente avete donato al Museo Vivo di Città della Scienza i reperti della collezione artistico-artigianale De Felice-Sbriziolo di pietre dure e cammei, grazie a questo materiale è stato possibile realizzare un percorso espositivo sulla lavorazione artistico-artigianale delle pietre laviche.
Tra gli insegnamenti più importanti di Ezio ed Eirene lo stile e il rigore verso la professione e la vita in genere ed un atteggiamento di elegante fierezza, mai di superbia, verso chi non ama e non ritiene di utilizzare il nostro contributo. Ed era capitato spesso anche a loro.
Per tutte queste cose avverto profondamente il vuoto culturale ed umano che avete lasciato ma rimane la ricchezza dei ricordi e delle testimonianze infinite che avete prodotto.
Grazie Ezio ed Eirene!