Ancora una volta San Siro risulta fatale per il Napoli. La formazione di Luciano Spalletti esce sconfitta dallo scontro al cospetto dei Campioni d’Italia. Gli azzurri di Spalletti erano persino passati in vantaggio ricacciando l’Inter a meno dieci in graduatoria. Al fischio finale, Spalletti ed i suoi si ritrovano i nerazzurri ad appena quattro lunghezze di distacco.
La tredicesima era una di quelle giornate che poteva dare una svolta pesante alla stagione. Alla fine i risultati hanno accorciato le distanze in vetta configurando uno scontro scudetto a tre: Spalletti, Pioli, Inzaghi. Difficile infatti ipotizzare che le due formazioni romane, la Juventus e l’Atalanta possono riproporsi per il gradino più alto del podio.
Il Napoli ha dunque sciupato una grande occasione per conquistare il solitario primato che adesso Spalletti condivide con Pioli. Ma soprattutto, ancora una volta, gli azzurri sembrano aver manifestato una sorta di Sindrome di Peter Pan. Lo stesso Spalletti ha parlato di timori e poco coraggio in alcuni momenti della gara.
Ancora una volta il Napoli, giunto al momento di salire l’ultimo gradino, incespica clamorosamente dando fiato alle speranze di ripresa dei rivali. Una sindrome di Peter Pan che a San Siro , in epoche e con protagonisti diversi, si manifesta in modo costante. La Scala del calcio ha irretito anche gli uomini di Spalletti che per lunghi tratti della gara non sono riusciti a sviluppare tutto il loro potenziale.
Il finale della partita, con le tante occasioni create, realizzate e sprecate da Mertens e compagni aumenta il rammarico per l’occasione perduta di metter ko i campioni d’Italia e rafforza il convincimento che Spalletti abbia ancora da lavorare sul versante della mentalità vincente. Sembra quasi in alcuni momenti che il Napoli, proprio come Peter Pan, abbia paura di crescere o che si dimentichi quanto sia forte nonostante le defezioni Covid e gli infortuni.
Ed anche la prestazione opaca, salvo l’assist per la prima rete azzurra, del capitano Insigne sempre appartenere alla stessa sindrome. Il campionato è lungo ed i prossimi scontri diretti che attendono il Napoli, a cominciare dal faccia a faccia contro l’ex Komandante Sarri, ci daranno la misura certa dell’eventuale patologia.
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Corsi e ricorsi storici: cambiano gli autori ma non cambia il risultato. Nel corso degli anni è accaduto agli uomini di Mazzarri, Benitez, Sarri e Gattuso che, quando c’era da sorpassare una squadra che aveva già giocato o di allungare su quella alle spalle, non ci sono mai riusciti. Nel campo del San Siro domenica scorsa si è verificato l’ennesimo episodio di questo tipo. Una grande Inter nel primo tempo ha messo ko un Napoli stanco che non riusciva ad evitare i colpi. Nel secondo tempo, grazie ai cambi giusti, seppur tardivi a mio avviso, si è sfiorata l’impresa.