Ermal Meta si racconta al Corriere della Sera e in una lunga intervista tocca gli argomenti più vari.
Dal Festival di Sanremo 2021, per la terza volta sul podio, ai pareri su Fedez (secondo classificato) e Maneskin (vincitori).
Si parla del DDL Zan e delle famiglie, dei diritti civili. Si parla anche del nuovo singolo di Ermal Meta, appena annunciato, e del tour nei teatri previsto per il prossimo anno per il quale l’artista sta riarrangiando i suoi pezzi.
Il nuovo singolo di Ermal Meta si intitola Milano Non Esiste e arriverà venerdì 26 novembre in radio e negli store digitali. “Le grandi città a volte ti fanno sentire solo anche se sei in mezzo alla gente perché ti spingono a volere sempre di più e alla fine vieni fagocitato”, le parole del cantante sul nuovo brano.
Nell’intervista al Corriere della Sera invita ad essere indulgenti: “Bisogna ricordandosi che non occorre per forza essere primi […] mi accontento, non di quel che ho, ma di quel che sono”, le sue parole.
Un’amara considerazione, invece, sul DDL Zan e sui diritti civili, per i quali bisogna ancora lavorare molto nei prossimi anni.
“C’è ancora tanto da fare sui diritti civili, alcuni personaggi hanno detto un sacco di fregnacce. Del perché non ho idea”, dice Ermal Meta, che rivolge un pensiero al concetto di famiglia, tradizionale e non. Serve l’amore, niente di più. Guarda alla sua e alla figura di suo padre: avrebbe preferito una figura diversa al suo fianco.
“Le famiglie possono essere tradizionali o non esserlo. Quel che serve è l’amore: io ho avuto una famiglia tradizionale che era terribile. Mio padre non era una brava persona, avrei preferito mille volte qualcosa di differente. Quindi pensate ai figli maltrattati o alle donne che subiscono violenza”, le sue parole al Corriere della Sera.