Ho conosciuto Andrea Muccioli a San Patrignano, quando frequentavo assiduamente la comunità perché ritenevo VINCENZO MUCCIOLI una persona speciale che, praticamente unico in Italia, dalla fine degli anni ’70 cercava di trovare una soluzione al problema dilagante della droga, soprattutto eroina. San Patrignano era l’unica comunità dove non c’era la procedura di selezionare quali tossicodipendenti accettare. Le altre, prima, facevano colloqui per decidere se il “drogato” poteva essere recuperato. A San Patrignano no. Lì entravano tutti, soprattutto i “delinquenti” respinti da altre comunità o quelli che chiedevano ai giudici di poter scontare le condanne in carcere dentro la comunità. Ho assistito e documentato tutto il primo processo che il tribunale di Rimini fece a Vincenzo. Realizzai anche due reportage in prima serata su Italia 1 dal titolo “Via San Patrignano, un processo a…”
Quando Vincenzo subì altri attacchi pesanti lo ospitai nel mio Roxy Bar, nonostante il veto mi avesse messo la direzione della rete… ma questa è un’altra storia. Tutta questa storia l’ha raccontata Andrea Muccioli nel suo libro di più di 500 pagine, anche se ne sarebbero occorse almeno cinque volte tante. Andrea, dopo che Vincenzo decise di abbandonare il pianeta per salvare San Patrignano, ha preso in mano le redini di questa eredità pesantissima. Non solo ha diretto San Patrignano 17 anni, gli stessi del padre, ma ha realizzato quelli che erano i sogni di Vincenzo per la comunità. Nel corso degli anni, tanti editori hanno proposto ad Andrea di scrivere un libro su questa esperienza unica nel mondo. Ma lui non l’ha mai fatto.
Poi…
Poi un giorno siamo contattati dalla produzione di una serie per Netflix dove ci chiedono di dare nostro materiale video storico e di rilasciare un’intervista. Ci informiamo e scopriamo che chi sta realizzando questa serie faceva parte della schiera di detrattori di San Patrignano, compreso il periodico “satirico” Cuore, il cui direttore Sabelli Fioretti era stato condannato per diffamazione. Non solo, ma stavano realizzando interviste solo a chi criticava Vincenzo Muccioli. Con Andrea ci siamo confrontati: che fare?
Alla fine abbiamo deciso di partecipare, anche per limitare il danno che la serie avrebbe fatto alla figura di Vincenzo, ponendo delle condizioni: dovevano intervistare anche alcuni delle migliaia di ragazzi salvati dalla comunità. Gli abbiamo fornito dei nomi. Qualcuno, come Monica Sandri, sono stati intervistati ma, quando abbiamo visto la serie, siamo rimasti allibiti. Quelle interviste non le avevano inserite. A loro serviva solo utilizzare il nostro repertorio video, senza il quale col cavolo che la serie avrebbe avuto quei riconoscimenti e quel successo. Il titolo, “SanPa – Luci e tenebre di San Patrignano” mostrava quasi solo le tenebre. Il titolo della serie nel mondo era focalizzatoselo sui peccati del fondatore.
Questo atteggiamento è apparso, a chi sapeva la verità, talmente scandaloso, che OptiMagazine ha aperto una rubrica, “Io sono vivo grazie a Vincenzo”, che è andata avanti per mesi raccogliendo una minima parte delle centinaia e centinaia di testimonianze che sono arrivate. A questo punto Andrea, a cui la serie avere ritagliato un tempo ridicolo per i suoi racconti (addirittura un terzo di quello dedicato a un detrattore che aveva anche ricattato Vincenzo), ha deciso finalmente di scrivere. E ha raccontato tutto, dagli albori quando ancora non si pensava a quella tenuta nelle colline di Rimini come una futura comunità, ma era solo il ritrovo di un misterioso Cenacolo, alle proprietà del padre come medium, etc etc.
Il giorno prima dell’uscita del libro, Andrea è venuto a raccontarmelo al Premiato Circo Volante del Barone Rosso. Guarda il video che ho lasciato integrale.