Dopoil recente successo al Campania Teatro Campania Festival, torna in scena al teatro Sannazaro fino a domenica 31 ottobre, lo spettacolo “Muratori” di Edoardo Erba con Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Francesco Procopio, con la regia di Peppe Miale.
Per la prima volta in lingua napoletana la commedia di Erba – un testo nato in italiano circa 16 anni fa, poi tradotto prima in dialetto romanesco, poi in tedesco e infine in versione friulana – affronta nelle diverse declinazioni linguistiche un tema di grande attualità: la grave crisi dei teatri che chiudono per essere destinati a lucrosi mega supermercati. Si assiste così ad una trasformazione dei luoghi e degli spazi della cultura e dell’arte a scapito del respiro culturale della collettività.
Insomma è “un inno d’amore al teatro” ma anche un invito ad usare la forza di resistere e di opporsi, che la compagnia di attori e di attrici ben collaudata racconta attraverso una storia di amicizia, di rivincita e di conflitti sociali tra esilaranti scambi comici e momenti di profonda riflessione.
Sitrattadella vicenda “di due muratori che si insinuano illegalmente – scrive Peppe Miale nelle note di regia –in una sala teatrale al confine con un supermercato per realizzare un muro abusivo. Il fine è quello di allargare gli spazi del contiguo esercizio commerciale su mandato del proprietario del palazzo che contiene i due locali. Ma la magia di quel luogo che sta per essere violato vive rappresentandosi in presenze presunte, rumori sinistri, luci irregolari, inducendo perplessità e domande nelle menti e nei cuori dei nostri due anti-eroi. Quando poi si palesa un’incantevole figura di donna, tale signorina Giulia, che appare ora all’uno ora all’altro, ecco che Germano e Fiore nella più assoluta inconsapevolezza, quasi prede di un sortilegio, accennano a citazioni di parole testi e immagini che rimandano al luogo che stanno abitando in quella strana notte. E i due poveri lavoratori, cui la notte e la stanchezza avevano già offerto il destro per parlare dei massimi sistemi pur sempre in coerenza con la loro identità, si confrontano anche duramente fino addirittura a creare i presupposti per scombinare il sodalizio edile che avevano cercato di avviare, lasciando sul terreno di quella contesa i rottami delle rispettive esistenze. Rottami che poi sono anche i rottami di quell’abusivo muro che stanno realizzando e che scopriremo se riuscirà a diventare impresa compiuta. È il teatro che prova a sopravvivere sublimando se stesso in un viaggio infinito che vale proverbialmente più della meta”.
Il testo “Muratori” di Erba è rappresentato da ben sedici stagioni consecutive: “Ed è pur vero che l’Autore già nel 2002 – aggiunge Miale – ci segnalava che c’era chi desiderava che la cultura fosse murata in un supermercato”.
“Muratori riparte dunque da Napoli. Per la napoletanizzazione del testo abbiamo lavorato tutti insieme: una settimana di studio e lavoro, di confronto serrato parola dopo parola, battuta dopo battuta. È rinato un testo di cui sono entusiasta. E grazie al lavoro di Geppi Liguoro, di Peppe Miale, di Massimo ed Angela De Matteo, di Francesco Procopio, di Luigi Ferrigno, di Floriano Bocchino e di tutti gli altri ha generato uno spettacolo memorabile”. Poi l’autore aggiunge: “Vedendolo in scena al Campania Teatro Festival ho avuto l’impressione che appartenesse naturalmente alla tradizione del teatro napoletano. E per un pavese come me, credetemi, è un’emozione impagabile. Muratori non ha solo cambiato lingua, ha cambiato umore, è un’altra cosa. Napoli non è una città, è un mondo. E questo mondo è in grado di assimilare tradizioni diverse e farle proprie. Penso alle canzoni di Pino Daniele, dove il blues, la musica brasiliana e tante altre suggestioni, diventano carne e sangue di questa città, come se le fossero appartenute da sempre. C’è a Napoli – ma non sono certo io a scoprirlo – una creatività diffusa, un’agilità di pensiero e una capacità di accoglienza unica e sorprendente. E io sono felice di sentirmi ostinatamente chiamare Eduardo invece di Edoardo, perché in quel cambio di vocale percepisco la stima e l’affetto di cui sono circondato”.
E’ una produzione dell’Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, l’aiuto regista è Giordano Bassetti, l’assistente alla regiaRoberta Rossi Scala, i costumi sono diAlessandra Gaudioso, le scene di Luigi Ferrigno, l’assistente scenografo èSara Palmieri, le musiche sono diFloriano Bocchino, le luciSalvatore Palladino.
Non ci resta che andare al Teatro Sannazaro. Ed è sempre un grandissimo piacere entrare in questo tempio della storia del teatro nel cuore di Chiaia.