Ci sarà una stretta sul Reddito di Cittadinanza: è quanto emerso dalla cabina di regia del Governo tenutasi ieri. C’è tutta l’intenzione di procedere a misure più restrittive per l’accesso al sussidio ma anche ad una gestione dello stesso ben diversa, rispetto al passato.
Riduzione dell’importo dopo pochi mesi
Nell’ottica di rivedere tutto il sistema di erogazione del Reddito di Cittadinanza, si sta andando in una direzione ben precisa. Come nel caso della Naspi (il sussidio di disoccupazione) si sta pensando di ridurre l’importo mensile spettante ai beneficiari anche solo dopo 4 o 6 mesi dal via al sussidio (dal prossimo 1 gennaio 2022). Questa decurtazione riguarderebbe solo le somme destinate ai cittadini in età lavorativa e non i disabili, i minori e gli anziani. Il taglio sarebbe progressivo ma il suo impatto reale non sarebbe stato ancora definito in percentuale. L’aspetto più preoccupante per i beneficiari è che il calo della somma spettante varrà sempre e non solo nel caso di mancata accettazione di un’occupazione.
Il taglio sul Reddito di Cittadinanza dovrebbe far capolino anche su un altro fronte, pure appena citato: fino a questo momento la sospensione del sussidio è scattata solo dopo la terza proposta di lavoro congrua rifiutata. Il Governo mira a rivedere questa soglia abbassandola non oltre le due proposte appunto non accettate dal potenziale lavoratore.
Nei canonici 18 mesi in cui al cittadino spetta l’aiuto finanziario molti potrebbero essere dunque gli ostacoli alla percezione dell’incentivo nella sua completezza. Andrà ora capito se, dalle intenzioni il Governo passerà ai fatti. Ci sono pochi dubbi sul fatto che non si procederà a questi cambiamenti vistosi: nonostante la certa opposizione del Movimento 5 Stelle per la manovra, l’intenzione è anche quella di bloccare i non pochi furbetti che in questi anni hanno spesso percepito l’aiuto ingiustamente.