Con Santé di Stromae arrivano le note del grande ritorno dell’artista belga, con le liriche francesi che rendono eleganza e giustizia a una categoria spesso dimenticata dalle grandi argomentazioni di tutti i giorni: gli emarginati, gli esclusi, quelli che nessuno ricorda e di cui pochi parlano. Ecco che Stromae – all’anagrafe Paul Van Haver – alza il calice e beve alla salute di chi non è un argomento né un tema.
Stromae torna dopo 5 anni di silenzio, e lo fa con gioia. Nel suo bagaglio c’è ancora la chanson française invitata a nozze dal pop contemporaneo, con tutte le sfumature urban e hip hop che fanno gola alla scena contemporanea ma strizzano l’occhio al classico. Del resto il suo secondo e (per ora) ultimo album, Racine Carrée (2013) era arrivato al primo posto nelle chart italiane siglando un risultato mai ottenuto dalla musica in lingua francese.
Santé, come suggerisce il titolo, è un brindisi che Stromae offre “alla working class” e “a tutte le persone che non vengono festeggiate”. L’abito che indossa per l’occasione è una forte influenza della tradizione colombiana: una cumbia che trova asilo nel pop contemporaneo. Proprio per questa affiliazione Stromae, che è anche un produttore discografico, mette in scena un beat con gli accenti divergenti e il suono metallico e grezzo delle corde dell’ukulele. A fare da collante un sintetizzatore con un riff tagliente, che nell’insieme fa rima con audacia.
Con Santé di Stromae trovano una voce tutti coloro che lavorano alla macchina del mondo mentre più in alto, nella superficie che tutti vediamo, c’è un altro mondo che vive di spensieratezza e divertimento. Non è dato sapere se Santé di Stromae sia il preludio a un nuovo album, ma il 2021 è anche l’anno delle grandi sorprese e dei dischi annunciati all’ultimo secondo.
Testo
À ceux qui n’en ont pas
À ceux qui n’en ont pasRosa, Rosa, quand on fout l’bordel, tu nettoies
Et toi, Albert, quand on trinque, tu ramasses les verres
Céline (Céline), ‘bataire (‘bataire), toi, tu t’prends des vestes au vestiaire
Arlette, arrête, toi, la fête, tu la passes aux toilettesEt si on célébrait ceux qui n’célèbrent pas
Pour une fois, j’aimerais lever mon verre à ceux qui n’en ont pas
À ceux qui n’en ont pasQuoi les bonnes manières ? Pourquoi j’ferais semblant ?
Toute façon, elle est payée pour le faire, tu t’prends pour ma mère ?
Dans une heure, j’reviens, qu’ce soit propre, qu’on puisse y manger par terre, trois heures que j’attends
Franchement, ils les fabriquent ou quoi ? Heureusement qu’c’est que deux verres
Appelle-moi ton responsable et fais vite, elle pourrait se finir comme ça, ta carrièreOui, célébrons ceux qui n’célèbrent pas
Encore une fois, j’aimerais lever mon verre à ceux qui n’en ont pas
À ceux qui n’en ont pas
À ceux qui n’en ont pasFrotter, frotter, mieux vaut ne pas s’y frotter, frotter si tu n’me connais pas
Brosser, brosser, tu pourras toujours te brosser, brosser si tu n’me respectes pasOui, célébrons ceux qui n’célèbrent pas
Encore une fois, j’aimerais lever mon verre à ceux qui n’en ont pas
À ceux qui n’en ont pasPilote d’avion ou infirmière, chauffeur de camion ou hôtesse de l’air
Boulanger ou marin-pêcheur, un verre aux champions des pires horaires
Aux jeunes parents bercés par les pleurs, aux insomniaques de profession
Et tous ceux qui souffrent de peine de cœur, qui n’ont pas l’cœur aux célébrations
Qui n’ont pas l’cœur aux célébrations
Traduzione
A chi non ne ha uno
A chi non ne ha unoRosa, Rosa, quando lasciamo il caos, tu pulisci
E tu, Albert, quando beviamo, prendi i bicchieri
Céline (Céline), ‘bataire (‘ bataire), riponi le giacche nello spogliatoio
Arlette, smettila, tu, la festa, la passi nel cessoE se festeggiassimo chi non festeggia?
Per una volta vorrei fare un brindisi a chi non ne ha uno
a chi non ne ha uno.Quali buone maniere? Perché dovrei fingere?
Comunque, viene pagata per farlo, pensi di essere mia madre?
Tra un’ora torno, quindi è pulito, possiamo mangiare lì per terra, sto aspettando da tre ore.
Francamente, che devono fare? Per fortuna sono solo due drink
Chiamami il tuo manager e sbrigati, potrebbe finire così, la tua carrieraSì, festeggiamo chi non festeggia
Ancora una volta, vorrei fare un brindisi a chi non ne ha uno
a chi non ne ha uno
a chi non ne ha unoStrofina, strofina, meglio non strofinare, strofina se non mi conosci
Spazzola, spazzola, puoi sempre spazzolare, spazzolare se non mi rispettiSì, festeggiamo chi non festeggia
Ancora una volta, vorrei fare un brindisi a chi non ne ha uno
a chi non ne ha uno
a chi non ne ha unoPilota d’aereo o infermiere, autista di camion o assistente di volo
Fornaio o pescatore, un aperitivo ai campioni delle ore peggiori
Ai giovani genitori scossi dalle lacrime, agli insonni professionisti
E tutti quelli che soffrono di angoscia, che non hanno menzione alle feste
Chi non viene celebratoA chi non ne ha uno
A chi non ne ha unoRosa, Rosa, quando lasciamo il caos, tu pulisci
E tu, Albert, quando beviamo, prendi i bicchieri
Céline (Céline), ‘bataire (‘ bataire), riponi le giacche nello spogliatoio
Arlette, smettila, tu, la festa, la passi nel cessoE se festeggiassimo chi non festeggia?
Per una volta vorrei fare un brindisi a chi non ne ha uno
a chi non ne ha uno.Quali buone maniere? Perché dovrei fingere?
Comunque, viene pagata per farlo, pensi di essere mia madre?
Tra un’ora torno, quindi è pulito, possiamo mangiare lì per terra, sto aspettando da tre ore.
Francamente, che devono fare? Per fortuna sono solo due drink
Chiamami il tuo manager e sbrigati, potrebbe finire così, la tua carrieraSì, festeggiamo chi non festeggia
Ancora una volta, vorrei fare un brindisi a chi non ne ha uno
a chi non ne ha uno
a chi non ne ha unoStrofina, strofina, meglio non strofinare, strofina se non mi conosci
Spazzola, spazzola, puoi sempre spazzolare, spazzolare se non mi rispettiSì, festeggiamo chi non festeggia
Ancora una volta, vorrei fare un brindisi a chi non ne ha uno
a chi non ne ha uno
a chi non ne ha unoPilota d’aereo o infermiere, autista di camion o assistente di volo
Fornaio o pescatore, un aperitivo ai campioni delle ore peggiori
Ai giovani genitori scossi dalle lacrime, agli insonni professionisti
E tutti quelli che soffrono di angoscia, che non hanno menzione alle feste
Chi non viene celebrato