Una brutta serata per l’Italia a San Siro. Un calvario per la Nazionale e per Donnarumma il portiere dei Campioni d’Europa. Gli azzurri sono stati sconfitti dalla Spagna che per due volte ha trafitto la porta difesa dall’estremo difensore, Donnarumma è stato pesantemente fischiato e contestato prima, durante e dopo il match.
Che l’accoglienza a Donnarumma non sarebbe stata delle migliori era chiaro da giorni. Il portiere è cresciuto calcisticamente nel Milan del quale i tifosi avevano immaginato potesse diventare una bandiera. Alla scadenza del contratto Donnarumma ha preferito accettare l’offerta del PSG rifiutando ogni accordo con i dirigenti rossoneri.
Una scelta professionale legittima che ha trasformato Donnarumma in un ingrato traditore della patria rossonera. Il tifo vive di montagne russe emotive. Ci vuole poco per passare dall’altare alla polvere. Ed era evidente che alla prima occasione il pubblico milanista avrebbe infierito sull’idolo mercenario. Legittima la scelta di Donnarumma, legittimo il diritto di fischiare dei tifosi. Ma cosa c’entra in questa diatriba rossonera la Nazionale che è di tutti?
Anche il diritto di fischiare ha delle regole. E dovrebbero ben saperlo i frequentatori della “Scala del Calcio”. Chi sale su di un palcoscenico o scende in campo sa bene di esporsi al giudizio del pubblico. Ma ha il diritto di esser applaudito o fischiato esclusivamente per la sua prestazione. Se al termine dell’esibizione l’aria del tenore o le parate del portiere non sono state gradite ben vengano i fischi dal loggione, che ospita gli appassionati più calienti, o dal terzo anello dove si assiepano i tifosi più sfegatati. Ma nessun loggionista oserebbe mai fischiare un artista mentre canta un’aria appassionata.
Donnarumma al contrario è stato fischiato prima e durante il match. Una volgare aggressione che ha finito per condizionare la prestazione del portiere e di tutta la Nazionale. San Siro ieri sera ha dato una mano alla Spagna che si è presa la rivincita di Euro 2020 ed ha interrotto la lunga sequenza di vittorie degli azzurri di Mancini. Il diritto di fischiare ha prevalso volgarmente sul dovere di sostenere la Nazionale che avrebbe meritato un’accoglienza trionfale e grata dopo la gioia che aveva regalato a tutti gli italiani, a cominciare da quelli che ieri sera fischiavano a pieni polmoni
Nelle ultime gare di calcio i tifosi sono diventati protagonisti quasi più dei calciatori. In meno di una settimana ci siamo trovati di fronte a scene davvero ridicole: cori di autentico razzismo nei confronti dei giocatori di dolore del Napoli da parte dei fiorentini e fischi all’inno nazionale spagnolo e a Donnarumma durante la nazionale. In particolare quest’ultimo era consapevole dell’accoglienza che avrei ricevuto, ma forse non immaginava che l’astio sarebbe durato per tutta la partita. In un momento così complicato in cui ci troviamo, dovrebbe essere una gioia il ritorno allo stadio dei tifosi, ma questi atteggiamenti aggressivi danneggiano solamente quello che è lo sport più bello del mondo e fanno quasi rimpiangere il lungo periodo in cui quegli spalti erano vuoti. I fischi possono esserci da parte di vecchi “innamorati delusi”, ma devono essere di breve durata. Al fischio iniziale del match dovrebbero lasciare spazio ai cori di supporto alla propria squadra!