Nei 5 più grandi successi di Radiohead troviamo tutta la sfera emozionale di Thom Yorke, ora pulcino indifeso e ora poeta angelico. La sua voce è uno dei tanti marchi di fabbrica della band britannica arrivata al successo nel pieno dell’esplosione brit-pop, ma che con questo genere non ha alcuna attinenza. I Radiohead sono inevitabilmente tra i testimoni più autorevoli della grande rivoluzione della scena alternativa degli anni ’90, con brani iconici e chitarre mai troppo presenti per strozzare l’ascoltatore, ma soffuse come una luce tenebrosa e calda.
Creep (1993)
Da Creep non si può certo prescindere, quando si parla dei Radiohead. Inno di un’identità contraddittoria e di un animo inquieto, è una delle canzoni-simbolo degli anni ’90. Creep fa parte di Pablo Honey (1993), album di debutto dei Radiohead.
Karma Police (1997)
Karma Police è una ballata psichedelica che ancora oggi fa scuola nel mondo dell’alternative. La “polizia del karma” è un concetto usato dai vari membri della band per minacciarsi ironicamente. Iconico è il feedback di O’Brien scelto come rumore di chiusura.
- Airbag
- Paranoid Android
No Surprises (1997)
Ipnotica e intensa, la partitura di chitarra di No Surprises è probabilmente uno dei momenti più importanti della storia del rock, accompagnata dalla voce angelica di Thom Yorke e da un video claustrofobico ed essenziale.
- Airbag
- Paranoid Android
Paranoid Android (1997)
Paranoid Android è di chiara ispirazione beatlesiana, con una struttura divisa in più momenti come Happiness Is A Warm Gun. L’intento di Yorke e O’Brien è proprio quello: mettere insieme più brani che altrimenti verrebbero scartati o risulterebbero monchi.
Fake Plastic Trees (1995)
Fake Plastic Trees non può mancare tra i più grandi successi dei Radiohead, con quel cantato che ricorda Jeff Buckley, quel testo che coniuga la denuncia al consumismo con la poesia più commovente e quell’insieme tra ballata pop e capolavoro di stile.