Il discorso di Elodie a Le Iene per Dayane Mello colpisce dritto al cuore dei telespettatori. Il programma TV ha provato a fare luce sulle molestie subite da Dayane nel corso del reality brasiliano La Fazenda. Il cantante Nego do Borel, accusato di aver stuprato la modella, è stato espulso dal programma ed è adesso indagato.
Le parole di Elodie a Le Iene per Dayane Mello sono quelle rivolte anche a tutte le donne che si sono trovate a vivere la stessa situazione della modella, anche se in contesti diversi. In un monologo profondamente sincero, la cantante, neo conduttrice de Le Iene, esordisce:
“Voglio parlare solo alle mie amiche e dire la mia con onestà. Noi non dobbiamo mai sentirci in colpa. Non dobbiamo proteggere gli uomini perché gli uomini non sono i nostri figli e quando sbagliano è giusto che paghino”.
Poi riassume l’accaduto, condannando il gesto in modo secco: “Se quell’uomo ha davvero fatto sesso con una donna che non poteva intendere e volere perché era sotto effetto di alcol deve pagare. E Dayane deve essere trattata come una vittima, perché lo è. Mi fa incazzare vedere una ragazza che non può dire no o che si vergogna a farlo, come sei proprio corpo non fosse più suo, come se ormai fosse troppo tardi. Sono libera di cambiare idea fino all’ultimo e di dire: “Non mi va più”, oppure: “Ho sonno, sono stanca, levati di torno””.
“Molti uomini hanno paura e vogliono dominarci, controllarci o difenderci. Come se fossimo la loro proprietà. Io non voglio essere difesa, voglio essere compresa. Non voglio essere giudicata, voglio essere ascoltata”, spiega Elodie con l’augurio che i colpevoli paghino e vengano puniti dalla legge con le pene che meritano.
Poi racconta un episodio della sua vita, quando si trovava a fare la cubista in discoteca. Le piaceva molto ma sapeva che c’era un limite da non superare. Ricorda le volte in cui si è sentita sbagliato a causa di un gesto o di uno sguardo di troppo.
“Mi divertivo tantissimo ma bastava un gesto fuori posto per farmi sentire sbagliata. I corpi sono belli, mi piace essere guardata, ma tra ammirare un corpo e possederlo in mezzo c’è il consenso”, conclude.