“Aucune idée” (Nessuna idea) del regista e musicista svizzero Christoph Marthaler, drammaturgia di Malte Ubenauf, è in scena in prima nazionale, ancora stasera, al teatro Bellini di Napoli nell’ambito del Campania Teatro Festival. La rassegna internazionale finanziata dalla Regione Campania e diretta da Ruggero Cappuccio. Marthaler è considerato un regista geniale e i suoi spettacoli sono accolti come veri e propri eventi nei grandi teatri internazionali.Una grande occasione per noi spettatori,offerta dal Campania Teatro Festival, di aver potuto assistere allo spettacolo “Aucune idée” (Nessuna idea) che vede ancora una volta protagonista Graham F. Valentine, l’attore scozzese storico collaboratore di Marthaler che lo accompagna nel percorso artistico fin dal suo esordio alla regia negli anni Settanta, anche con il contributo di Martin Zeller che firma le musiche.
La visione dello spettacolo produce una sorta di estraniamento, imbrigliati probabilmente come siamo nel nostro schema mentale di amare il teatro di parola con i dialoghi serrati dei protagonisti. Dunque ben vengano queste preziose occasioni di farci conoscere le più importanti esperienze di teatro e di drammaturgia contemporanea di altri Paesi.
Nella scenografia allestita da Duri Bischoff viene rappresentata una sorta di pianerottolo che ci mostra un gioco di porte che il protagonista apre e chiude alla ricerca di un senso o di una vita. Un gramelot affabulatorio di tanti elementi discordanti e ripetitivi è il linguaggio che Graham F. Valentine, muovendosi in un caleidoscopio di tantissime citazioni letterarie e musicali, recita come un esercizio mnemonico, alternando vocaboli e registri teatrali diversi, dal comico al drammatico, alla “ricerca della memoria perduta”.
Surreale il dialogo tra il signore che non appare ma abita uno degli appartamenti che danno sul pianerottolo, il quale si trova di fronte un tizio che apre la porta e, alla sua domanda: «Che cosa la porta qui?», l’altro risponde con naturalezza: «Vorrei svaligiare casa sua». E la conversazione continua su un piano paradossale che si compone di vuoti di pensiero, quasi a voler sottolineare la confusione e l’incertezza del mondo reale.
Sta di fatto che l’ironia, l’intreccio, la stratificazione di visioni e linguaggi diversi, accompagnati dalla musica, produce un complesso pastiche linguistico e musicale che invece di evidenziare il senso dello spettacolo,cioè le lacune sul piano cognitivo, ci procurano indifferenza, estraniamento verso la rappresentazione. Non ne siamo coinvolti purtroppo. Evidentemente siamo ancora poco abituati al teatro dell’assurdo?
Lo spettacolo, dopo Napoli, è atteso per altre date in Francia, Spagna, Svizzera e Belgio, è co-prodotto dalla Fondazione Campania dei Festival-Campania Teatro Festival.