Quella degli artisti contro Conte è una manifestazione di dissenso che sta prendendo piede sui social, di ora in ora. A cominciare da Ermal Meta, tra i primi a postare contro l’ex premier, tanti nomi si aggiungono alla lista. Da ieri i social media hanno mostrato le immagini dei comizi in piazza di Giuseppe Conte sbarcato in Calabria con tappa finale a Cosenza, dove c’è stato un vero e proprio bagno di folla.
Questo non è piaciuto agli artisti, che dallo scoppio della pandemia hanno subito l’effetto delle restrizioni con lo stop ai concerti nel primo anno, le severe misure di contenimento per gli spettacoli dal vivo nel secondo. Salmo, in particolare, il 13 agosto è stato oggetto di pesanti critiche da parte di istituzioni e colleghi per quel concerto a Olbia durante il quale si sono registrati assembramenti. In quell’occasione era stato dissato da Fedez e Alessandra Amoroso.
Nelle ultime ore il rapper sardo ha pubblicato un’immagine del comizio di Conte facendo finta che si trattasse del tour promozionale dell’ultimo album Flop: “Ora andatevene a fan**lo”, tuona Salmo non senza stizza. Lo segue Fedez, che seppur in disaccordo con il rapper sardo nel contesto dello show di Olbia, a questo giro si dimostra contrariato dalle immagini di Conte di fronte alla folla festosa e con presenze non distanziate.
“Mi continuo a domandare perché solo in Italia non si fa letteralmente nulla per introdurre norme e progettualità per far ripartire il mondo dello spettacolo con gli strumenti che oggi sono a disposizione e potrebbero garantire la sicurezza di tutti.
E sa da una parte il Ministero dei Beni Culturali e il governo non fanno nulla, dall’altra veniamo deliziati da queste immagini festose che rappresentano un vero e proprio schiaffo in faccia per intere famiglie che per voi evidentemente sono inesistenti.
La vostra propaganda non può venire prima delle persone. Quando parliamo di concerti e di spettacoli non stiamo parlando di stron*ate di poco conto, ma parliamo di più di 200mila lavoratori falcidiati da due anni di immobilità quasi totale e politiche assenti. C’è un intero settore in ginocchio da due anni, dimenticato da tutti.
Fate ca*are”.
Enrico Ruggeri è di poche parole, ma pungente: “Suona come l’ennesimo sfregio ai ‘cantanti che ci fanno divertire'”, riferendosi a quella frase che proprio Conte pronunciò nel 2020 e che fece arrabbiare gli artisti. Segue Piero Pelù che denuncia un atteggiamento da due pesi e due misure con stilettata finale: “Noi artisti non vi faremo più tanto divertire”.
I messaggi degli artisti contro Conte sono la fotografia di un disagio sempre più sentito nel mondo della musica, specialmente ora che con la riapertura dei concerti si nota una certa differenza tra un comizio e un concerto.