Esisteva un solo modo per fare più danni di ciò che aveva detto e lei ci è riuscita. Dopo il discorso sulle donne esasperanti, Barbara Palombelli è riuscita anche a peggiorare la sua situazione vendendosi come vittima di diffamazione. Era difficile davvero fare peggio di così ma la giornalista ha deciso di scavare ancora più a fondo. Non aver compreso la gravità delle proprie parole fa capire che in realtà non sono state un errore ma rispecchiavano il suo pensiero. Un pensiero pericolosissimo ma molto “populista”.
Non si è scusata ma ha utilizzato un artificio retorico che simula la scusa ma in realtà accusa gli altri di non aver capito quello che lei veramente intendesse. La realtà è che ciò che realmente intendeva era chiarissimo e perfettamente in linea con un certo di comunicazione che in particolare Rete 4 passa ogni giorno nei propri programmi. La comunicazione “populista” nell’accezione più pericolosa possibile. La comunicazione che tende a gratificare il “popolo” dicendo ad alta voce le cose che tutti vorrebbero dire ma che vengono bloccate dal “politicamente corretto”.
Una crociata che in particolare quel canale Mediaset ha sposato da tempo diventando di fatto il miglior megafono della destra sovranista. Il posto dove si incontrano le idee di Fratelli d’Italia e Lega che hanno tutto lo spazio che vogliono per arrivare nel salotto degli italiani a gamba tesa. Con le sue parole la Palombelli si è prestata allo stesso gioco, e non si tratta della prima volta, di quei leader che soffiano sulle peggiori pulsioni degli italiani per vedere fin dove questo porta consenso.
Barbara Palombelli e l’idea popolare del “se l’è cercata”
Una pulsione storica dell’italiano è quella di giustificare, chi più e chi meno, gli uomini autori di violenza sulle donne agitando proprio il tema dell’esasperazione. Chi di voi non ha sentito questa difesa in un bar o su un pullman il giorno dopo l’esplosione dell’ennesimo caso di cronaca? Così uno schiaffo può essere “tirato dalle mani” a causa della tensione di uno screzio familiare. O quante volte avete sentito giustificare una violenza dopo un tradimento?
Lo stesso ha fatto Barbara Palombelli nel corso di una costola di Forum, sì il programma che simula con attori i processi da giudice di pace per raccontare la vita quotidiana nella peggiore delle sue vesti. Ha, inoltre, utilizzato un’argomentazione pericolosissima che è passata sotto silenzio. «Siccome siamo in un tribunale, allora qui dobbiamo analizzare tutti i fatti». Una frase detta a corredo di quella incriminata ma non meno grave che ricorda i processi del ‘900 in cui le donne venivano vivisezionate nei loro costumi anche se vittime di violenza. Lei ha fatto lo stesso, in un’aula di tribunale farlocca peraltro e completamente sprezzante delle reali regole del diritto penale, e le sue parole vanno ad alimentare logica popolare del “forse se l’è cercata” non contrastandola ma appoggiandola per ottenere consenso.
Il consenso può essere politico ma anche sociale e professionale come nel suo caso. Accreditarsi verso il proprio pubblico significa per lei rimanere in sella alla conduzione di programmi in quella rete Mediaset e per questo soffiare su certi impulsi popolari diventa un’opportunità. Per questo motivo almeno non faccia la vittima perché con le sue parole ha dato sfogo alla peggiore sottocultura sulla violenza di genere e questo è un fatto, altro che diffamazione. Chiedere scusa per davvero e cambiare registro dovrebbe essere l’atteggiamento da adottare ma stando alle ultime uscite difficilmente succederà.