Premessa: con Venezia 78, la Biennale e il direttore di lungo corso della sezione Cinema Alberto Barbera hanno vinto la loro scommessa. Il ritorno dei divi in massa hollywoodiani (ben più numerosi che dai cugini del festival di Cannes); la proiezione fuori concorso del blockbuster d’autore Dune, forse l’evento più atteso dell’anno; un concorso di livello medio decisamente solido – che ha dato vita per questo a uno dei pronostici più difficili degli ultimi anni; infine una presenza robusta e convincente di film italiani di natura assai eterogenea, a conferma della vitalità del comparto, guidata da un binomio napoletano molto accreditato in chiave di palmarès, ossia il gioco di specchi autobiografico e sorprendentemente intimista È Stata La Mano Di Dio di Paolo Sorrentino e il grande formato del ritratto storico di Belle Époque tra cinema e (tanto) teatro dell’ottimo Qui Rido Io di Mario Martone, con un giganteggiante Toni Servillo.
Il responso finale della giuria di Venezia 78, guidata dal presidente Bong Joon-ho e dalla (forse) presidentessa ombra Chloé Zhao, ha decretato la vittoria di L’Événement, il film francese di Audrey Diwan che già all’atto della proeizione aveva lasciato una forte impressione negli addetti ai lavori, scritto anche dalla regista e tratto dal romanzo omonimo della popolare scrittrice Annie Ernaux, L’evento (in Italia pubblicato da L’Orma). “È stata una decisione presa all’unanimità” ha voluto sottolineare il presidente Bong Joon-ho. Mentre la regista ha ricordato come in questa toccante e dura vicenda di aborto clandestino in una Francia ancora proibizionista sia stato determinante l’apporto della giovane protagonista, l’ttrice franco-romena Anamaria Vartolomei: “Tu sei il film” ha detto una emozionatissima Audrey Diwan.
C’è comunque tantissima Italia nel palmarès di questo Venezia 78. A partire da Paolo Sorrentino, cui va il Gran Premio dela Giuria per È Stata La Mano Di Dio. La natura intima e autobiografica del film emerge anche dai ringraziamenti di Sorrentino, non solo sentiti ma emozionati, ricordando “il mio più grande amico”, il suo produttore storico Nicola Giuliano, e persone fondamentali nel suo percorso di formazione giovanile come il regista Antonio Capuano e lo sceneggiatore Umberto Contarello. C’è anche spazio per l’ironia: “Qualcuno un po’ antipatico mi chiede, perché fai un altro film con Toni Servillo. Ora posso dirgli: guardate dove sono arrivato a fare i film con Toni Servillo!“. Accanto a Sorrentino, c’è anche un riconoscimento prestigioso per l’attore che è stato il suo alter ego nel film, Filippo Scotti, insignito del Premio Marcello Mastroianni per il miglior giovane attore o attrice: “Sono onorato ed emozionato, come quando Paolo mi ha scelto per fare il film, lo ringrazio per la fiducia”.
L’Italia a Venezia 78 ha ottenuto anche il Premio Speciale della Giuria per Il Buco di Michelangelo Frammartino. Un film ostico, astratto e non narrativo, che magari sulla carta poteva sembrare lontano dai gusti di Bong Joon-ho e della sua giuria. Che invece hanno voluto riconoscere la qualità di un’opera di grande coerenza, venuta ben undici anni dopo Le Quattro Volte, un film che racconta un viaggio nelle viscere della terra che è un’esperienza fisica e spirituale. “Ringrazio gli speleologi che si prendono cura del buio e di ciò che non ha ancora forma. E ringrazio la Calabria, la regione più bella d’Italia“, ha detto il regista.
Poi gli attori di Venezia 78: la diva Penélope Cruz ha vinto la Coppa Volpi per Madres Paralelas di Pedro Almodóvar, ed è un riconoscimento che corona in un certo senso il lungo sodalizio con il grande regista spagnolo, passato attraverso film indimenticabili come Tutto Su Mia Madre e Volver. L’attrice ha voluto sottolinearlo: “Pedro, questo premio è tuo al 100%“, sottolienando la sua etica del lavoro, la cura maniacale ai dettagli. La Cruz termina dedicando il premio a due altre “madri parallele”, sua mamma e la suocera scomparsa solo due mesi fa. Il premio per l’attore protagonista è andato a John Arcilla per il film filippino On The Job: The Missing 8, che ha la struttura di un poliziesco ma pieno di infrazioni, barocchismi, inserti musicali e una durata inusitata, quasi quattro ore, un’opera questa sì per la sua capacità di irbidare materiali diversi consona ai gusti del presidente Bong Joohn-ho.
A due donne il premio per la miglior regia, andato a Jane Campion per The Power Of The Dog e per la miglior sceneggiatura a Maggie Gyllenhaal per The Lost Daughter, tratto dal romanzo di Elena Ferrante La Figlia Oscura. Quest’ultimo forse è il riconoscimento più criticabile, per un film che è sembrato subito tra i meno riusciti dell’intero concorso. Il responso finale di questa edizione della Mostra del Cinema è comunque alla fine piuttosto condivisibile. Segnaliamo che, dopo Cannes, anche Venezia assegna il premio più importante a una regista donna, ed è il secondo anno consecutivo dopo Nomadland di Chloé Zhao (e la sesta volta in totale). L’Italia può ritenersi certamente soddisfatta, semmai una piccola delusione è legata all’assenza nel palmarès di Martone, per un film che può aver scontato un argomento, una storia legata al teatro napoletano tra fine Ottocento e inizio Novecento, non immediatamente comprensibile per i giurati internazionali. Si chiude un’edizione della Mostra del Cinema che, ci auguriamo, ci aiuti a lasciarci definitivamente alle spalle un periodo estremamente faticoso per tutti e anche per il comparto dello spettacolo. Anche se, va detto, se i festival tornano a riempirsi di film di qualità, le sale italiane restano ancora vuote di spettatori. Chissà se a partire da Dune, il prossimo 16 settembre, non cominci a invertirsi la tendenza.
Concorso
Leone d’Oro per il miglior film: L’Événement, Audrey Diwan
Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria: Paolo Sorrentino, È Stata La Mano Di Dio
Leone d’Argento – Premio per la migliore regia: Jane Campion, The Power Of The Dog
Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile: John Arcilla, On The Job: The Missing 8
Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile: Penelope Cruz, Madres Paralelas
Premio per la Miglior Sceneggiatura: Maggie Gyllenhaal, The Lost Daughter
Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice: Filippo Scotti, È Stata La Mano Di Dio
Premio Speciale della Giuria: Il Buco, Michelangelo Frammartino
Sezione Orizzonti
Miglior film: Pilgrims (Piligrimai), Laurynas Bareiša
Migliore regia: Éric Gravel, À Plein Temps
Premio Speciale: El Gran Movimiento, Kiro Russo
Miglior interpretazione maschile: Piseth Chhun, White Building
Miglior interpretazione femminile: Laure Calamy, À Plein Temps
Miglior sceneggiatura: Ivan Ostrochovský e Peter Kerekes,107 Mothers
Miglior cortometraggio: Los Huesos, Cristóbal León e Joaquín Cociña
Orizzonti Extra, premio degli spettatori Armani Beauty
The Blind Man Who Did Not Want to See Titanic, Teemu Nikki
Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”
Imaculat, Monica Stan e George Chiper-Lillemark
Venice Virtual Reality Expanded
Migliore opera VR: Goliath: Playing With Reality, Barry Gene Murphy e May Abdalla
Migliore esperienza VR: Le Bal de Paris, Blanca Li
Migliore storia VR: End Of Night, David Adler