Con la morte di Keith Moon il rock perde uno dei suoi rivoluzionari più autorevoli. Spericolato e folle, geniale ed esuberante, il batterista della band di Roger Daltrey si spegne in un momento della vita in cui sta tentando di rimettersi in piedi.
Pete Townshend, infatti, gli punta un dito contro mentre sono in corso i lavori per Who Are You (1978), durante i quali i 4 ragazzi britannici passano spesso alla lite per via della vita sregolata di Keith, sempre più schiavo delle sue dipendenze. Alcolismo e droghe lo dominano, e per questo Pete gli dà un’ultima chance: cambiare, oppure fuori dal gruppo. Per Moon inizia un lento percorso di recupero fatto di farmaci e consapevolezza.
In questa ricerca della positività Keith Moon, addirittura, arriva a promettere alla compagna Annette Walter-Lax che un giorno la porterà all’altare. Lei è felice, e possono esserlo entrambi. Il 6 settembre 1978 Paul McCartney – sì, proprio l’ex Beatles – invita la coppia a partecipare a un evento straordinario: Macca ha acquistato i diritti del catalogo di Buddy Holly e ha realizzato il documentario The Buddy Holly Story.
Per questo Paul organizza una festa al Peppermint Park di Cover Garden. Keith e Annette ci vanno. Il batterista è di ottimo umore. Abbraccia tutti, sorride, e altrettanto serenamente ritorna nella sua abitazione di Curzon Place insieme alla sua metà. C’è da dire che in quella stessa residenza è morta Mama Cass dei Mamas & Papas nel 1974, ma parlare di coincidenze è pura cinematografia. Prima di andare a dormire, Keith chiede ad Annette di preparargli della carne di agnello. Lui mangia, poi prende le sue pastiglie di Heminevrin che assume per combattere l’alcolismo. Va a dormire, sereno.
Alle 7:30 si sveglia, chiede ad Annette dell’altra carne. Mangia, prende altro Heminevrin e le dosi si fanno eccessive. Torna a dormire. Il 7 settembre 1978, nel pomeriggio, la morte di Keith Moon: si è spento nel suo letto, ucciso da quelle pastiglie che lo stavano salvando ma che assumeva in eccesso.