Il Corriere Della Sera ha raccolto nuove dichiarazioni di Morgan dopo l’incendio che ha colpito il palazzo di via Antonini a Milano. L’incidente era stato documentato dallo stesso Marco Castoldi in diretta sui social. Il frontman dei Bluvertigo, oggi, non può accedere alla sua abitazione sebbene non colpita dalle fiamme. Gli abitanti che vivevano nei dintorni dell’edificio devastato dal rogo sono stati sfollati per il rischio di crolli.
Lo sfogo di Morgan dopo l’incendio
Per questo Morgan, dopo l’incendio, lamenta l’impossibilità di continuare il suo lavoro in quanto – secondo il suo racconto – ha con sé soltanto qualche indumento e una chitarra. In questi giorni il cantautore brianzolo si trova ospite presso il pittore e scultore Robert Gligorov, sempre a Milano, ma gli manca esercitarsi. Ecco cosa dice:
“Sono un artista che non può fare arte. Nella casa che ho dovuto lasciare, anche se temporaneamente, c’è tutto quello che mi permette di lavorare. Per esempio i miei strumenti. Io sono un polistrumentista e ogni giorno mi alleno al pianoforte, al basso, al clavicembalo, alle percussioni. Non ho niente con me, per non parlare degli appunti, degli spartiti, delle parole”.
Ancora, Morgan racconta che il Teatro Bellini di Napoli gli aveva commissionato una colonna sonora per uno spettacolo, ma si trova per forza di cose impossibilitato a realizzarla in quanto non può raggiungere i suoi strumenti:
“Io mi alleno suonando Bach o Beethoven tutti i giorni, per almeno due ore. Fa parte del mio essere artista. La musica si nutre di una disciplina costante, di un continuo immergersi nelle note e nelle parole. Senza contare l’effetto pratico di lavorare senza l’home recording oppure il computer fisso dove conservo tutto”.
Un pensiero, tuttavia, va anche a quelle famiglie direttamente colpite dalla tragedia:
“Però poi penso a quelle povere famiglie del palazzo incendiato, quelle persone che hanno davvero perduto tutto e allora mi passa”.
Soprattutto, non appena otterrà nuovamente l’accesso alla sua abitazione Morgan si dice disponibile ad ospitare “una o due di quelle famiglie”, il che sarebbe anche un gesto di dimostrazione nei confronti di chi deve vigilare sul loro futuro abitativo.
Mahmood e Salmo
Come già noto, Mahmood viveva in uno degli appartamenti della Torre Moro e in questi giorni ha dedicato più di un pensiero alle persone che come lui hanno perso la casa. Morgan non l’ha ancora sentito, dice, ma aggiunge che lo contatterà a breve per capire se si può fare qualcosa.
Su Salmo, Marco Castoldi ribadisce la sua posizione a favore dell’iniziativa di Olbia finita al centro delle polemiche. In questo si trova sulla stessa linea di pensiero di Francesco De Gregori: “In tanti pensano che noi siamo creature astratte. Noi siamo concreti, calati nel mondo”.