Pare evidente che da alcune ore a questa parte si faccia molta confusione a proposito del decreto legge 18 maggio 2021, soprattutto per quanto riguarda il raggio d’azione del Green Pass. Un malinteso che, se vogliamo, nasce da una cattiva interpretazione su quanto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, in merito alla mancata conversione di un decreto che che risale a due mesi fa circa e che, a conti fatti, aveva introdotto in qualche modo la certificazione verde. Quella che a breve sarà necessaria per entrare in determinate strutture.
Come nasce il malinteso sul decreto legge 18 maggio 2021 per il Green Pass dalla Gazzetta Ufficiale
La realtà è ben diversa da quella che alcuni stanno percependo, come del resto vi abbiamo riportato stamane con un altro approfondimento dedicato proprio al green pass, in attesa che alcune notizie sulla sua estensione diventino ufficiali nel corso delle prossime ore. Per farvela breve, la cattiva interpretazione del decreto legge 18 maggio 2021 per il Green Pass abrogato, secondo quanto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 luglio, ha una ragione ben precisa.
Come è stato precisato da alcuni avvocati, il testo abrogato prevedeva l’introduzione “facoltativa” della carta verde. Dunque, si trattava di uno step preliminare relativo al green pass, concepito probabilmente prima che la variante delta del Covid prendesse piede in giro per il mondo. Alla luce del fatto che le forze di governo proprio in queste ore stiano elaborando il testo per l’introduzione obbligatoria del green pass in alcuni settori, hanno pensato nel frattempo di abrogare e di annullare il testo del vecchio DL.
Morale della favola? L’abrogazione del decreto legge 18 maggio 2021 e la sua mancata conversione in legge ufficializzata lo scorso 19 luglio non comportano la cancellazione del green pass. La situazione è diametralmente opposta, in quanto con le decisioni che verranno prese nelle prossime ore dal governo il decreto di due mesi fa sarebbe diventato in automatico obsoleto.