C’è un piccolo aspetto della trama di The Handmaid’s Tale 4 che non è stato abbastanza esplorato, per una precisa scelta dello showrunner Bruce Miller e della produttrice esecutiva e protagonista Elisabeth Moss. A raccontarlo è Joseph Fiennes, l’interprete del Comandante Fred Waterford, che ha parlato di scene tagliate dalla seconda parte di stagione, quando la trama inizia a mostrare una certa inspiegabile capacità di Fred e Serena di suscitare simpatia in una piccola frangia dell’opinione pubblica canadese.
Attenzione Spoiler!
Fiennes ha spiegato in un’intervista a Elle.com che The Handmaid’s Tale 4 avrebbe dovuto introdurre un elemento ben specifico, che alla fine è stato solo accennato in questa stagione, ovvero il fascino che alcuni cittadini e cittadine del democratico Canada provano per la società di Gilead, pur conoscendo gli abusi e le torture che il regime impone alle donne fertili costringendole a restare incinte per la patria. Non è un elemento del tutto nuovo. La serie ha sempre lasciato intendere che vi fossero nel mondo persone, rappresentanti delle istituzioni o interi Stati attratti dall’idea che esista un posto in cui gli effetti devastanti della guerra nucleare sulla fertilità umana non abbiano abbattuto la natalità, o in cui il consumismo sia stato abbattuto in virtù di uno stile di vita frugale improntato alla soddisfazione delle sole esigenze essenziali. D’altronde si tratta di un universo distopico nato da un conflitto nucleare che ha cambiato la geografia mondiale e le stesse società che la abitano.
In The Handmaid’s Tale 4 questo aspetto marginale del consenso dei Waterford, considerati gli ideologhi del regime per la loro attività di propaganda e per l’impegno nell’instaurazione di Gilead, è stato rappresentato dalla scena in cui Fred e Serena vengono accolti da una piccola folla festante alla loro uscita dal tribunale in cui hanno dovuto ascoltare la testimonianza di June sui loro crimini. Nonostante il mondo ora sappia degli stupri sistematici, della riduzione in schiavitù, della costrizione fisica e psicologica di donne private dei diritti umani essenziali in virtù della loro fertilità, c’è comunque una minoranza di fanatici che vede in questi due mostri dei visionari che cercano di cambiare il mondo, inneggiando a Dio e alla loro liberazione.
The Handmaid’s Tale 4 non è andata oltre nell’approfondire questo aspetto, ma Joseph Fiennes ha raccontato a Elle di un paio di scene inizialmente girate e poi tagliate al montaggio finale, per non “intorbidire le acque” ancor più di quanto questa stagione abbia fatto finora, tra torture e sevizie di ogni genere.
Ci sono stati un paio di momenti che sono stati tagliati. C’è una folla impazzita che è tutta per i Waterford, come potrebbe accadere in qualsiasi società, un margine di persone che sono private di qualsiasi fiducia nel loro governo e che crederanno alla menzogna di qualsiasi nuova cospirazione. C’era una scena in cui c’erano donne che si travestivano da ancelle per andare a casa di Offred e ostacolarla, a favore dei Waterford. Quindi c’è stato un momento in cui Fred pensa che June sia entrata nella sua cella per dire: “Ferma questi fanatici folli”. Ma tutto ciò ha intorbidito le acque, e giustamente è stato escluso.
Fiennes ha aggiunto di aver affrontato The Handmaid’s Tale 4, col suo personaggio in carcere in attesa di un giudizio sui suoi crimini, studiando il modo in cui “i predatori razionalizzano la verità e distorcono la narrazione per sentirsi meglio e calarsi quasi nei panni della vittima“. Un percorso “brutto e ripugnante“, ma basato su studi e pubblicazioni che l’attore ha esaminato per interpretare la redenzione di facciata di Fred, a cui lo stesso attore non crede: le sue scuse a June in cella, non sono altro che l’ammissione di aver fatto consapevolmente del male e il tentativo di riabilitarsi (di fronte alla sua vittima ma anche alla propria coscienza) propagandando una versione migliore di se stesso.
Come tutti i predatori, c’è quella sensazione di cambiare la narrativa, di incolpare la vittima e sentirsi vittima lui stesso. Questo è ciò che è orribile, patetico e terrificante in Fred, ed è per questo che non cambierà mai. Ma è anche consapevole dell’orrore. È consapevole di essere un abusatore seriale. Riesce a pronunciare le parole “Mi dispiace”, ma non credo che arriverà mai al punto di arginare o affrontare quel tipo orribile di predilezione e comportamento. Mi è piaciuto perché era molto sfumato. È stato bellissimo il modo in cui Lizzie ha risposto scioccata. Non c’era bisogno che lo dicesse, era già salvo dal processo, quindi c’è un’onestà. Ma è un deviato e non ci si può fidare, anche se nella sua mente è una vera ammissione di colpa e una vera scusa. Ma è anche permeato dal fatto che lui lo sa, e potrebbe persino affermare che, se ne avesse la possibilità, lo rifarebbe.
Il personaggio di Fred muore nel finale di The Handmaid’s Tale 4 per mano delle sue vittime, le Ancelle a cui ha tolto tutto. Ma l’attore spera di tornare nella serie grazie ai numerosi flashback che raccontano la nascita di Gilead. Frammenti del passato come quello formidabile in cui Fred e Serena sono al cinema mentre c’è la presa del Campidoglio da parte dei reazionari: una sequenza quasi premonitrice dei fatti di Capitol Hill del gennaio scorso, che per Fiennes è la dimostrazione di quanto questa serie sia “sbalorditiva e ammonitrice sulla fragilità della democrazia e sui pericoli dell’estremismo“.