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Home Musica

Il Tributo che vorrei per Battiato…

Il musicista scomparso meriterebbe di essere ricordato da figure a lui consonanti

di Antonello Cresti
01/07/2021
INTERAZIONI: 1783

INTERAZIONI: 1783

Photo by rabendeviaregia

Quando se ne va un grande della Musica è consuetudine consolidata organizzare tributi concertistici per celebrarne la figura e il ricordo.

Non farà certamente eccezione il caso legato a Franco Battiato, la cui scomparsa ha sollevato un grande sentimento di riconoscenza e commozione.

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In questo clima fin troppo ecumenico (in fin dei conti un grande personaggio è anche qualcuno capace di dividere e di “portare la spada”…) tutti si sono riscoperti debitori della parabola dell’artista siciliano.

Dunque era molto facile prevedere che il carrozzone discografico si sarebbe presto messo in moto  per convogliare tutte queste energie.

E’ notizia di questi giorni che già il 21 Settembre, presso l’Arena di Verona,è previsto un grande concerto-memoriale in onore del musicista, e già circolano i primi nomi di chi avrebbe aderito alla celebrazione.

Proprio leggendo questi nomi emerge un certo senso di inadeguatezza e perplessità. Nessuno nega che certi episodi della carriera di Battiato abbiano esercitato una influenza pressoché universale, e nessuno nega che vi siano tanti professionisti in grado di offrire una interpretazione corretta dei brani dell’autore appena scomparso.

Però, senza girarci troppo attorno, quale sarebbe il filo che unisce un personaggio come Jovanotti da Battiato? Come possono certe vocalità, certe estetiche da palco, risultare credibili di fronte all’immenso immaginario simbolico edificato dal musicista siciliano?

Non si tratta di snobismo, ma quando si parla di Battiato, molto più che per altri musicisti, si deve cogliere l’aspetto che la parte creativa è solo la parte maggiormente in luce di un universo concettuale, spirituale, esistenziale che anima il tutto.

Per questo quegli artisti “affini” a Battiato non sono soltanto stati capaci di proporre una musica a lui vicina, ma hanno di fatto condiviso una visione complessiva. Non è un caso che, da sempre, Battiato abbia amato contorniarsi di questi personaggi coi quali con-sonare… La cosiddetta “Battiato Factory”!

Coinvolgere oggi questi amici e compagni di strada sarebbe non solo doveroso, ma anche una occasione per continuare a far vivere l’artista attraverso l’opera di ingegni diversi.

Si tratta di un mondo che sta purtroppo scomparendo e che è dunque urgente  far riemergere…

Non ci sono più Milva, Giuni Russo, Claudio Rocchi. Se ne sono andati anche i due più stretti collaboratori di Battiato, Giusto Pio e Manlio Sgalambro.

Resta però un sottobosco guidato per notorietà da Alice, che comprende figure di estremo interesse come Juri Camisasca, Mino Di Martino, Saro Cosentino, Raul Lovisoni, Francesco Messina, Vincenzo Zitello, Terra Di Benedetto, Lino Capra Vaccina, Roberto Cacciapaglia… Queste le persone che ne hanno accompagnato l’itinerario fin dagli anni settanta.

E poi Alberto Radius, Eugenio Finardi, e, in tempi più recenti, Arturo Stalteri, Giovanni Lindo Ferretti e Morgan.

Questo affresco intergenerazionale sarebbe capace di far palpitare l’opera di Battiato con particolare vitalità. Fare altre scelte sarà cosa legittima, sicuramente più redditizia, ma per quanto mi riguarda incapace di restituire davvero il senso di una vicenda artistica che meriterebbe vie di celebrazione più coraggiose e meno scontate.

Tags: franco battiato

Leggi i commenti

Comments 4

  1. Zia Giulia says:
    2 anni fa

    adesso…. Alice come “sottobosco” anche no !!!!! Andiamoci a studiare la quarantennale carriera della cantautrice di Forlì, please !!

    Rispondi
  2. PV64 says:
    2 anni fa

    Un applauso a Nikmanolesta.888 😎🙏😇🌹

    Rispondi
  3. nikmanolesta.888 says:
    2 anni fa

    Tutto il mondo dell’arte è dominata dalle massonerie internazionali, Jovanotti è un membro del gruppo Billderbergh che ogni anno si riunisce a Ginevra e tra gli invitati ci sono politici giornalisti,economisti, artisti, cantanti ecc. È dunque chiaro il tentativo di controllo totale su chi fa arte, non dimentichiamoci che quando Battiato si esibì a Baghdad in piena crisi internazionale prima dei bombardamenti della coalizione capitanata dagli anglostatunitensi, Luttuawk membro responsabile della Nato del sud Europa,indagò ogni passo artistico del musicista etneo, perché il grande Battiato era fuori dagli schemi di potere ,era un un’intellettuale libero come pochi e quindi molto pericoloso per il potere guerrafondaio costituito.Ed ora dopo la sua morte si cerca di sminuirlo e mistificare il suo meraviglioso percorso artistico umanistisco spirituale. La bestia Trionfante dell’oscurantismo perseguita i portatori di luce e Franco Battiato era ed è un faro luminosissimo.

    Rispondi
  4. Carmela says:
    2 anni fa

    Sono pienamente d’accordo

    Rispondi

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