“Una sciocchezza”, racconta Alice Cooper all’Associated Press poco dopo quella brutta caduta. Qualcosa di sciocco c’è, in effetti, specialmente se ti sbilanci in avanti per sorreggere un oggetto di scena e ti ritrovi con la testa schiacciata sul cemento. È il 23 giugno 1975 e Alice Cooper ha appena iniziato il suo show a Vancouver.
Tutti conoscono le abitudini della voce di Hey Stoopid: i suoi concerti riproducono il Grand Guignol e si compongono di tanti momenti e personaggi grotteschi che danno allo show un aspetto teatrale, mutuato dalla letteratura e dal cinema horror. Per questo il suo stile è definito shock rock: il rock al servizio dello spettacolo del brivido.
Sarà proprio uno di quegli oggetti di scena a tendergli la trappola. Lo shock rocker sta cantando Welcome To My Nightmare e si sta sorreggendo su una grande scatola di giocattoli. Quest’ultima si rovescia, Alice perde l’equilibrio e si schianta contro le barriere di sicurezza, finendo con il volto sul cemento. Si rialza e si mette una mano sulla testa: “Sembrava una palla da baseball”, dice alla stampa. Gli chiedono se vuole continuare, lui torna sul palco e tiene botta per altre canzoni. Viene portato in camerino, viene medicato, e torna sul palco con una benda sulla testa.
Alice Cooper ha una commozione cerebrale e 6 costole fratturate. Saranno necessari dei punti, per questo dopo lo show viene trasportato in ospedale. Deve riposare, ma 3 giorni dopo c’è la data di Edmonton. Il suo manager gli sconsiglia di esibirsi, ma Alice vuole fare un tentativo. Dopo 35 minuti collassa e arriva il momento di interrompere.
Una vicenda simile accade nel 2008, quando a Redmond, nell’Oregon, si ripete l’incidente di Alice Cooper a Vancouver: cade, si rompe due costole ma continua a cantare come se niente fosse, anche se verrà poi invitato dal suo staff a sottoporsi alle cure.