Tra lenzuola, curiosi, giornalisti, amici e convivialità Give Peace A Chance di John Lennon è uno dei momenti più alti della storia della musica pacifista. Un po’ filastrocca, un po’ slogan politico e un po’ inno generazionale, il brano nasce nella stanza d’albergo in cui John Lennon e Yoko Ono stanno conducendo il Bed-In, quella singolare luna di miele fatta di proteste consumate tra le lenzuola. Lo scopo è quello di condurre una battaglia innocente, senza infestare le strade e senza scomodare organi di sicurezza.
Il Bed-In di John e Yoko incuriosisce i reporter che assediano la loro stanza. “Cosa pensate di fare, restando a letto?”, chiede uno. “Tutto ciò che vogliamo dire è ‘dai una possibilità alla pace'”. John si illumina, corruga la fronte così tanto da far ondeggiare i suoi occhiali dalle lenti tonde. Imbraccia la chitarra e improvvisa una melodia che rotei intorno a “give peace a chance”. Aggiunge una strofa, la cancella, gioca con le rime e i giornalisti guardano, ascoltano e appuntano.
Il 1° giugno 1969 Give Peace A Chance di John Lennon viene registrata. Nessuno studio di registrazione: John installa 4 microfoni e un registratore a 4 piste noleggiato da un service locale. I presenti tengono il tempo con le mani, cantano in coro e tutto diventa un grande concerto indoor, un party per figli dei fiori radunati nella stanza 1742 del Queen Elizabeth Hotel di Montréal, in Canada.
In poco tempo Give Peace A Chance di John Lennon diventa un inno pacifista intonato da manifestanti in occasione delle proteste contro la guerra del Vietnam. I ragazzi della pace si prendono la libertà di modificare il testo delle strofe lasciando invariato soltanto il ritornello, proprio come Lennon desidera. Sì, perché quel brano è più un canovaccio che una vera e propria canzone, un racconto aperto a ogni modifica purché si dica “no” alla guerra.