Insigne e Donnarumma infiammano le prime battute del calcio mercato. Dopo che la serie A, in un rocambolesco finale, ha espresso i suoi verdetti è partita la giostra delle compravendite che accende la fantasia o la rabbia dei tifosi. Due dei maggiori protagonisti di questa vortice di sentimenti e trattative saranno certamente il portiere del Milan e della Nazionale Donnarumma e l’attacante del Napoli e della Nazionale Insigne.
Sono al momento i due uomini copertina del calcio italiano. Quelli sui quali punta il selezionatore azzurro Roberto Mancini per un grande Europeo. Due atleti molto apprezzati non solo in Italia ma anche all’estero. Per molti versi Donnarumma ed Insigne sono uomini simbolo delle rispettive formazioni. Il portiere fin da ragazzino è cresciuto calcisticamente nel Milan che gli ha dato fiducia, ben ripagata, promuovendolo titolare prima della maggiore età e conferendogli la fascia da capitano. Insigne, dopo la trafila nelle serie minori, è arrivato da un decennio nella formazione della sua città. E come ogni profeta il rapporto con la patria è sempre stato ad alta tensione alternando momenti di esaltazione con contestazioni esasperate. Logico che il rinnovo del contratto dei due fuoriclasse susciti attenzioni mediatiche e polemiche tra i tifosi.
Le due situazioni sono diverse ma le tensioni emotive evidenti. La storia tra Milan e Donnarumma sembra ormai ai titoli di coda. Donnarumma non ha accettato nessuna proposta economica ed il club rossonero si è già assicurato l’ingaggio di un portiere alternativo. I tifosi accusano Donnarumma di tradimento ed ingratitudine.
La vicenda Insigne è alle prime battute. Ufficialmente le parti non si sono incontrate, ma la distanza tra le aspettative del calciatore e la disponibilità del club del presidente Aurelio De Laurentiis sembra esser enorme specialmente dopo che il Napoli dell’ex Gattuso ha malamente fallito l’accesso alla Champions League della prossima stagione. Insigne è nel pieno della maturità agonistica e pretende, giustamente, un contratto lungo ed importante. Ma il Covid-19 ha aggravato la crisi economica e finanziaria del calcio mondiale. Sarà molto difficile che le società possano sborsare per cartellini e rinnovi le cifre del passato determinando anche tensioni negli spogliatoi tra chi è riuscito a spuntare contratti pre pandemia e chi deve provvedere adesso.
I tifosi sono sul piede di guerra. Chiedono agli atleti di sacrificarsi per la maglia e la città. Accusano i calciatori di esser mercenari senza scrupoli. Ma è facile criticare la tasca altrui senza considerare quanto sia breve la carriera di un fuoriclasse e quali pericoli e sacrifici comporti.
Sono sempre stata dell’idea che di bandiere vere e proprie ce ne siano state in passato e che l’ultima porti il nome di Francesco Totti. Attualmente ci sono giocatori legati alla maglia sì, ma mai quanto ai soldi. Non spetta a me decidere se questo sia giusto o sbagliato in virtù del fatto che la carriera di un giocatore è breve ma, quello che mi preme nel modo più assoluto, è che i calciatori se ne vadano immediatamente se non si sentono motivati al 100% a dare il massimo. I tifosi meritano di più. Insigne e Donnarumma non sono esenti da questo discorso. Ricordo come fosse oggi la pessima stagione di Allan quando, deluso dal mancato passaggio al PSG, restò a Napoli giocando nel peggiore dei modi. Nessuno vorrebbe che si ripetesse una scena del genere. Se il calcio è business per i giocatori, non lo è sicuramente per i tifosi e, alla fine di questa storia, resterà sempre e solo la maglia!
In un mondo del calcio minimamente attento all’etica
si dovrebbe parlare di riduzione dei compensi . Invece i primi a chiedere di pagare di più i calciatori sono i tifosi
Io non vedo alcun problema ne tantomeno questioni di etica. Il Mondo è in crisi e c’è chi chiede più soldi per cedere a terzi le proprie prestazioni?
Se il mercato regge vuol dire che i soldi ci sono, altrimenti le richieste restano inevase.
Finchè ci sará richiesta sul mercato il prezzo sale. È normale e giusto così.
Come si dice: chiedere è lecito, rispondere è cortesia