C’era molta attesa per Love Death and Robots 2. L’innovativa serie animata antologica, che vanta tra i produttori anche il regista David Fincher, è stata accolta positivamente al suo esordio. I 18 episodi/cortometraggi che componevano la prima stagione erano un mix ben amalgamato delle tematiche legate all’amore, alla morte e ai robot (da qui appunto il titolo della serie).
La seconda stagione giunge dopo due anni di distanza e si nota subito il numero ridotto di episodi: solamente 8. L’animazione resta il punto forte di Love Death and Robots: dal classico 2D alla CGI, la messa in scena è davvero stupefacente da sembrare vera.
Duole dirlo ma tranne qualche eccezione, la seconda stagione è di qualità nettamente inferiore alla prima. Sono pochi gli episodi davvero memorabili, il resto presentano storie simpatiche ma piuttosto prevedibili e prive di mordente.
Gli episodi più “deboli” sono senza dubbio Servizio clienti automatico, Snow nel deserto e La cabina di sopravvivenza. Il primo è la classica storia di uomo vs macchina, in cui un’arzilla vecchietta è alle prese con il suo innovativo robot di pulizia che improvvisamente si è ribellato. Seppur riesca a strappare qualche risata, l’episodio non lascia alcuna emozione. Il secondo, invece, presenta una grafica molto realistica, ma la storia su un uomo condannato all’immortalità non ha abbastanza attrattiva. Per il terzo, invece, neanche la presenza di Michael B. Jordan riesce a salvare un episodio che sa di già visto: una survival story ambientata nello spazio. Dimenticabile anche Ghiaccio, corto animato molto impressionante per la tecnica usata, ma con una storia flebile.
Gli episodi funzionali si contano sulle dita di una mano. Apprezzabile il tema di Pop Squad, una storia sul sacrificio e sul prezzo da pagare per avere l’immortalità – SPOILER: rinunciare ad avere figli. Una trama agghiacciante in un futuro distopico, con protagonista un poliziotto tormentato che non riesce a capire da quale parte stare. L’episodio L’erba alta, seppur poco originale, è in grado invece di inquietare e lasciare lo spettatore spaesato, proprio come in un film horror.
Era la notte di Natale è l’episodio più corto, e contiene citazioni illustri ad Alien e Il labirinto del fauno: irriverente e deliziosamente malvagio, è la vera sorpresa di Love Death and Robots 2.
Il miglior episodio è Il gigante affogato: malinconico, introspettivo e crudele, esplora la caducità umana, la morte e cosa resta di noi quando il nostro corpo abbandona del tutto la Terra.
Nonostante alcune pecche, Love Death and Robots 2 conferma il suo essere un prodotto di ottima qualità, da gustare tutto d’un fiato.